L’inverno delle cappe «Colpa della nostalgia, sono rassicuranti»
Riccardo Tisci per Burberry. Il testimone a Milano
C’è qualcosa nell’aria se anche un Riccardo Tisci placa il suo animo rock e vittoriano per addentarsi nei codici più rassicuranti della storia (inglese) di Burberry: trench e cammello, cappe e spade, check e cavalli. Anche se in realtà è lui stesso che ammettete che di nostalgia (canaglia) si tratta: «Ritornare a Londra di recente, una città che ho scoperto per la prima volta da giovane studente, mi ha dato un senso reale di nostalgia. Era il luogo in cui ho imparato ad essere me stesso e una città in cui ho guadagnato la fiducia per essere l’uomo che sono oggi». Evidentemente l’ispirazione e il dna di questo storico brand si sono incontrate nel punto esatto dell’equilibrio fra saggezza e creatività. Ed ecco che la collezione è quanto di più sofisticato e pratico che il designer abbia mai fatto per Burberry, trasmettendo il desiderio di un nuovo trench o check per quanto in tanti ne abbiamo già uno nell’armadio. E poi shearling e sete, giacche trapuntate e abiti-camicia, abitiplaid e frange e lacci a movimentare.
Poncho e cappe imperdibili per il prossimo inverno, da New York a Londra. J.W. Anderson le esagera arrivando persino a doppiarle con pelle e tessuto o a impreziosirle con grandi colli di piume. Che sia un messaggio subliminale? Proteggetevi. Perché no? Richard Quinn, il giovane designer che un paio di stagione fa ha avuto l’onore di avere Queen Elisabeth II, non solo in-cappa ma anche incappuccia le sue donne, in pendant con l’abito o in pelle nera. Victoria Beckham fa il giro del mondo con le immagini del consorte David in prima fila allo show con tutta la tribù (quattro figli). La moda? C’è, come sempre, per una moderna lady in tailleur di tweed pantaloni trombetta o gonne al ginocchio leggermente svasate e pullover e camicetta.
Londra lascia e Milano saluta, preoccupate entrambe dell’assenza di compratori e giornalisti cinesi: un mercato che è il 30 per cento dei fatturati di parecchi brand del lusso. Con un collegamento indiretta dal palazzo della Permanente il presidente della camera della Moda, Carlo Capasa promette sostegno. C’è ansia e preoccupazione. Fra chi ha investito e chi aveva in preventivo di farlo. «Avevamo solo tre punti vendita — racconta Giuliano Calza di GCDS, brand giovane e di successo, che in Cina si è formato con una borsa di studio — e due li abbiamo chiusi ma più che altro erano i compratori che entusiasti venivano a Milano: 200 le defezione, non poche».
Oggi comunque primo vero giorno del calendario (56 sfilate, 98 presentazioni e 34 eventi) con Gucci testa di serie e l’evento Moncler Genius a chiudere in serata. Domani Prada capofila e poi Versace (venerdì), Bottega Veneta (sabato) e Dolce&gabbana e Armani a contendersi la chiusura domenica.