INSEGNARE LETTERATURA PER SOLI UOMINI (MEGLIO SE DEFUNTI)
Èuscita una bozza del bando dei concorsi per l’insegnamento nella scuola secondaria. Si dirà: che notizia è? In effetti, la vera notizia l’ha fatta notare, ieri, l’acuto lettore Domenico Fina nel forum «Leggere e Scrivere» del Corriere. Tra i 42 autori della letteratura italiana su cui i candidati dovrebbero essere capaci di elaborare «percorsi didattici», c’è una sola scrittrice: Elsa Morante. Gli altri «convocati» dai Ct del Ministero sono tutti rigorosamente maschi: Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli, Guicciardini, Tasso, Galilei, Goldoni, Parini, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Belli, Porta, Manzoni, Verga, Carducci, Pascoli, D’annunzio, Pirandello, Svevo, Ungaretti, Sbarbaro, Montale, Saba, Campana, Quasimodo, Sereni, Pavese, Vittorini, Primo Levi, Gadda, Calvino, Fenoglio, Moravia, Sciascia, Caproni, Luzi, Zanzotto e Pasolini. Siamo nell’ovvio da oltre quarant’anni: dove sono Parise, Raboni, Volponi? E Carlo Levi? E Soldati? Sarebbe osare troppo? Ma soprattutto: si sa che la storia letteraria, come la Storia tout court, è stata scritta dagli uomini e non staremo a pretendere quote rosa sul petrarchismo, invocando Vittoria Colonna e Gaspara Stampa. Del resto l’italia ha avuto Grazia Deledda e Matilde Serao, non Jane Austen, Mary Shelley né una Brönte. Ma siccome il programma è sbilanciato verso il Novecento (insensatamente tagliando fuori Pinocchio!), non si capisce perché ignorare Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Cristina Campo, o voci poetiche come almeno quella di Amelia Rosselli. Nessun «formatore» è sfiorato dal desiderio di segnalare agli studenti una prospettiva che non sia esclusivamente maschile sul mondo e sulla vita? Per non dire dello sbarramento cronologico ( fino ai nati negli anni 20), come se nulla di vivente sotto il cielo fosse degno di entrare in un «percorso didattico».