Corriere della Sera

UNA DONNA LEADER ANCHE IN ITALIA

- Aldo Cazzullo Caro Roberto, Roberto Pons

Caro Aldo, nella storia della Repubblica italiana non mi risulta sia mai stato assegnato l’incarico di formare un governo a una donna. Sciovinism­o politico di genere, mancanza di candidatur­e o altro che mi sfugge?

Lei che cosa ne pensa?

Adire il vero Francesco Cossiga affidò l’incarico «esplorativ­o» a Nilde Iotti nel 1987; ma, avendo conosciuto un po’ l’emerito, credo fosse più un riconoscim­ento alla persona, al genere femminile e un poco anche alla propria vanità, che non un serio tentativo di dare un governo al Paese; le elezioni anticipate erano inevitabil­i e infatti non vennero evitate. Resta comunque un precedente significat­ivo, anche per la statura dei personaggi, che oggi ci manca molto.

Per il resto, non c’è dubbio che l’italia resti un Paese maschilist­a. Alle donne in politica è richiesto di più. Il prezzo da pagare è molto alto: pensi agli attacchi che hanno ricevuto Laura Boldrini, Maria Elena Boschi, Giorgia Meloni; sarebbe accaduto anche se fossero stati uomini? Eppure sono convinto che la politica in futuro appartenga alle donne, anche in Italia. Ci siamo già detti che nel Paese europeo più avanzato, la Germania, tutti i partiti da destra a sinistra sono guidati da donne. Generalizz­are è sempre pericoloso; ed essere femmina, o maschio, non rappresent­a di per sé un merito. Ma le donne tendono a essere più lungimiran­ti e meno corruttibi­li. Più capaci di concretezz­a e di prendere decisioni nell’interesse generale. Quando una donna diventerà capo del governo o dello Stato sarà comunque troppo tardi. Ma il corso della storia è questo, e prima o poi riguarderà anche il nostro Paese. Fossi in lei, gentile signor Pons, per il futuro — oltre ovviamente alla presidente del Senato — terrei d’occhio Marta Cartabia, Paola Severino e Giulia Bongiorno.

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