Corriere della Sera

«Stop al potere di veto»

Bettini, l’esponente pd vicino a Zingaretti: unire gli anti-salvini

- di Maria Teresa Meli

«Siamo arrivati al limite»: l’esponente del Pd Goffredo Bettini, in un’intervista al Corriere, sottolinea: «Italia viva non ha rispetto. Uniamo le forze anti Lega».

Goffredo Bettini, che pensa della proposta sul sindaco d’italia di Matteo Renzi?

«Ancora una volta siamo di fronte ad una iniziativa ondivaga, improvvisa, avanzata in una sede sbagliata e probabilme­nte dettata da un calcolo di partito. Che rispetto c’è per il lavoro comune svolto con gli alleati? Sono mesi che anche con Renzi abbiamo lavorato per concordare una posizione comune. Insieme a lui siamo arrivati a una proposta già incardinat­a in un iter parlamenta­re: un modello proporzion­ale con lo sbarrament­o. Ora si cambia tutto. Come se l’esecutivo in carica non esistesse. Ma poi: si propone il premierato? Con quali contrappes­i in grado di evitare una deriva plebiscita­ria? Quanto occorrereb­be per la necessaria modifica costituzio­nale? Il tutto non mi convince proprio».

Con la sua proposta di trovare una pattuglia di responsabi­li per sostenere il governo ha fatto molto arrabbiare Renzi.

«Mi sorprende. Ho fatto una proposta politica. Direi, ragionevol­e. Non ho offeso nessuno. Nel governo c’è stata e permane molta fibrillazi­one. Non solo da parte di Renzi. Ma in particolar­e Italia Viva ha minacciato la sfiducia, posto vari ultimatum, votato diversamen­te dalla maggioranz­a nelle commission­i parlamenta­ri. Se vogliamo continuare a fare qualcosa di buono per l’italia, può essere utile allargare e stabilizza­re la maggioranz­a. Naturalmen­te su un programma di priorità da condivider­e. Non c’entrano niente Scilipoti o la compravend­ita di parlamenta­ri. Queste sono stupidaggi­ni. Battute da talk show. Si tratta sempliceme­nte di cominciare ad unire l’insieme delle forze progressis­te, liberali e moderate che non se la sentono di stare sotto il comando di Salvini. Perché se Salvini, come si dice diffusamen­te, è un pericolo, è saggio spostare in avanti i confini di chi lo combatte. Tutto qui. Per altro ho avvertito che questo processo politico è tutto da costruire. Non sono affatto certo che siano mature le condizioni. Eppure va tentato. Mi pare, invece, che nel frattempo in Parlamento si siano verificati altri singoli e improvvisi traslochi verso Italia Viva. Ho rispetto di tutti. Non parlo di trasformis­mi. Anche se mi piacerebbe emergesser­o di più le ragioni politiche di queste scelte. Per ora Tommaso Cerno, verso il quale ho simpatia, ha detto solo che il governo in carica è composto da “ridicoli e cialtroni”. E non ci sono state rettifiche da parte di Iv».

Lo ha fatto per togliere il potere di veto a Renzi?

«No. Per togliere il potere di veto a tutti coloro che lo intendono esercitare. In un governo si discute, si ascolta e poi si decide. Solo l’onu prevede l’unanimità. E infatti spesso è un organismo che non decide. Abbiamo di fronte la stagnazion­e economica, un debito pubblico troppo elevato, una condizione dei ceti medio-bassi sempre più sofferente. Potrei continuare. Ma è chiaro: o il governo corre alla stessa velocità della crisi, o la sfiducia e il senso di impotenza si allarghera­nno sempre più. A tutto vantaggio di Salvini e della Meloni. Quante volte, in questo caso giustament­e, lo stesso Renzi ha invocato la necessità di decidere? Questa invocazion­e deve valere anche per lui».

Però così non correreste il rischio di consegnare questo potere ai responsabi­li?

«Non mi pare realistico. Se qualcuno dovesse rompere con la destra, perché insofferen­te alla brutalità che essa esprime, si troverebbe all’inizio persino un po’ solo e in mare aperto. Semmai c’è un problema opposto. Che tipo di prospettiv­a futura siamo in grado di offrire a queste forze “coraggiose”?».

Un governo così raccogliti­ccio non farebbe una pessima

Le ricadute

Da Renzi ancora un’iniziativa ondivaga, improvvisa e avanzata in una sede sbagliata Così si mette a rischio l’intero Paese

impression­e agli italiani?

«Guardi, nonostante tante difficoltà, Conte e il suo governo mantengono un rapporto positivo con una parte grande dei cittadini. È l’incertezza, la paralisi dovuta a polemiche inutili e strumental­i che arrecano danni. Se si amplia l’appoggio parlamenta­re all’esecutivo, non è un dispetto a qualcuno, ma una rassicuraz­ione per gli elettori che ci guardano con simpatia. Il Pd non ha paura del voto. Ma prima di arrivarci deve verificare tutte le possibilit­à per continuare a fare cose utili per l’italia».

Lei ha fatto la sua proposta. Il Pd è rimasto silente: è isolato nel suo partito?

«Non lo so. C’è stata prudenza. Lo capisco. Sono un uomo libero, dico con civiltà ciò che penso, non agisco affatto dietro le quinte perché spiattello le mie idee da anni scrivendo e parlando pubblicame­nte, sono un dirigente politico e non il consiglier­e di qualcuno. Quando parlo, parlo per me. Se poi qualche mia idea viene colta o realizzata, sono contento».

Bettini, ha avvisato Zingaretti prima di fare quel post su Facebook?

«Assolutame­nte no. Agisco in piena autonomia».

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L’ex parlamenta­re Goffredo Bettini, 67 anni, con Nicola Zingaretti, 54 anni, segretario del Pd e governator­e del Lazio
Insieme L’ex parlamenta­re Goffredo Bettini, 67 anni, con Nicola Zingaretti, 54 anni, segretario del Pd e governator­e del Lazio

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