Corriere della Sera

«Maggioranz­a? Scelga chi vota» Il no di Salvini alle intese con Iv

Il leghista freddo sui temi elencati da Renzi. E Giorgetti: offerta che parla a tutti ma non a noi

- Marco Cremonesi

d Non esistono governicch­i, accordi segreti e trucchetti di Palazzo. Prima si vota, meglio è

La bocciatura

«Per il sindaco d’italia ci vuole troppo tempo E la legislatur­a è in mano a degli zombi...»

I tempi non tornano. E quasi ne sembra deluso lo stesso Salvini: «Da Renzi niente di nuovo». Al di là del contenuto, che nessuno conosce, dei messaggi che possono essere intercorsi tra «i due Mattei» nelle scorse settimane, forse un’accelerata più decisa da parte del leader di Italia viva, Salvini sotto sotto se l’aspettava. Magari soltanto per ottimismo caratteria­le.

Fatto sta che, così come è stata espressa, la proposta di Renzi raccoglie soltanto la freddezza del segretario leghista. Certo, entrambi i Mattei si ritrovano d’accordo su un punto: il premier Conte se ne deve andare. «Io e milioni di italiani — dice Salvini — siamo stufi di un governo che litiga su tutto e blocca il Paese, sarebbe ora che Giuseppe Conte si facesse da parte». Ma le strade divergono subito dopo. Il sindaco d’italia? «E quanto tempo ci vuole?» sbuffano nella Lega. Fermo restando, aggiunge Salvini, che «per l’elezione diretta del presidente, la Lega ha raccolto migliaia di firme, chiunque la voglia può andare a firmare». Patto di legislatur­a? «La legislatur­a è in mano agli zombi». Dove i morti che camminano sono i parlamenta­ri che non vedono un futuro. Per dirla ancora più chiara: «Eventuali salvatori di Conte — dice Salvini a Potenza — sono poltronari, non responsabi­li. Chiamiamol­i con il loro nome».

In realtà, il leader leghista

Matteo Salvini in qualche modo pareva consapevol­e di quel che avrebbe detto Matteo Renzi. Una risposta al suo discorso infatti Salvini l’aveva già data prima ancora che il fondatore di Italia viva rispondess­e alle domande di Bruno Vespa: «L’unico Governo possibile — aveva detto già nel pomeriggio Salvini — è quello che devono scegliere gli italiani votando. Larghe intese per il presidenzi­alismo? Non può essere un motivo per tirare a campare». Ancor più netto: «Se hanno dignità e coerenza dicano “ci abbiamo provato”. Non andiamo d’accordo su nulla tranne che sul fatto che ci sta antipatico Salvini, sfiducino questo governo e si vada alle elezioni». L’impazienza non è nascosta, perché «Matteo Renzi sta minacciand­o la sfiducia ormai da mesi». Poi, Salvini sbotta: «Ma vi rendete conto del fatto che 60 milioni di italiani devono guardare Porta a porta per capire che umore ha Renzi e come reagisce Conte? Mi aspetto che mettano fine a un governo senza senso». Insomma, per il leader leghista resta l’auspicio di elezioni entro settembre. Anche se nella Lega c’è chi scuote la testa: «Una volta superata la tornata di nomine dei prossimi mesi, una volta approvato il taglio dei parlamenta­ri, chi ci crede che si tornerà alle urne?». Insomma: «Non esistono governini, governicch­i, accordi segreti, trucchetti di Palazzo. Prima si vota, meglio è».

Molto tempo sembra passato da quando Giancarlo Giorgetti sperava che i partiti si sedessero «intorno a un tavolo» per mettere mano alle riforme costituzio­nali necessarie a portare il Paese fuori dalla palude. Certo, l’idea di un governo che non cade era il presuppost­o per misurarsi con i tempi lunghi delle modifiche costituzio­nali. Ma dopo le parole di Renzi, il vice segretario leghista scuote la testa: «È un’offerta che parla a tutti ma non a noi».

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