Carpi, sfida pericolosa sui binari. Trovati grazie ai video
Scavalcano la recinzione e iniziano a farsi selfie e video in mezzo alle rotaie, sperando che il treno passi presto. Poi rotolano sul terrapieno che costeggia i binari. Tra risate e battute, il treno si profila davvero all’orizzonte: uno di loro, istigato dagli altri, posiziona un sasso su un binario e si allontana dalle rotaie qualche istante prima che il convoglio passi, mentre gli altri due lo riprendono con lo smartphone filmando il tutto. «Vai, dai stai lì che adesso arriva il treno, dai!». E ancora: «Abbiamo messo i sassi qua, poi prendi la scossa! Dai lanciane un altro. Hai visto? L’ho preso». Sono giovanissimi: un 14enne e altri due minori, che ancora 14 anni non li hanno compiuti.
È l’inquietante episodio che nel tardo pomeriggio di venerdì scorso è avvenuto nel tratto ferroviario all’altezza del sottopassaggio di via Lama di Quartirolo, nel comune di Carpi (Modena), l’ultimo di una serie. Tra i giovanissimi è una specie di moda: il «Daredevil selfie», il selfie temerario, lanciato dal free climber russo Alexander Remnev, diventato famoso per i suoi selfie in cima ai più alti grattacieli del mondo. I palazzi, o i binari, diventano set per scatti o video. A patto che sia qualcosa di adrenalinico e rischioso.
Come è avvenuto in Alto Adige, pochi giorni fa, nella folle impresa di due giovani con il volto nascosto da cappucci e maschere. Entrambi balzano sul treno in partenza verso Merano appoggiandosi al gancio di traino della coda per poi mettere la loro «firma» con bombolette di vernice spray sui finestrini: mentre il treno è in corsa, si filmano con le telecamere che portano sulla testa e con un drone.
Si scattavano selfie sui binari poco prima dell’arrivo del treno anche i tre minorenni identificati lo scorso ottobre dalla Polizia ferroviaria dell’emilia-romagna. Facevano parte di un gruppo di otto minori e, dopo essere stati accompagnati negli uffici della Polfer, sono stati sanzionati per violazione al regolamento di polizia ferroviaria e riaffidati ai genitori. «In ufficio piangevano, ignari del pericolo corso — spiega Annarita Santantonio, dirigente del compartimento Polizia ferroviaria dell’emilia-romagna
—. “Bravate” fatte per noia o per farsi notare sui social. La legge le vieta e le punisce con una sanzione amministrativa fino a 500 euro. La denuncia penale in questo caso non ha senso perché spesso i ragazzi hanno meno di 14 anni e, quindi, non sono imputabili. È fondamentale, invece, sensibilizzarli al pericolo e alle fake news in rete che mostrano finti filmati di ragazzi stesi sui binari mentre il treno passa loro sopra». E aggiunge: «Sei anni fa è nato Train to be cool, il progetto della Polizia Ferroviaria in collaborazione con il ministero dell’università e della Ricerca per diffondere fra gli studenti la cultura della sicurezza ferroviaria».
Sfidare il pericolo per una foto è il fenomeno che ha dato vita al neologismo «killfie» (da kill, uccidere, e selfie) e causato 259 vittime nel mondo in sei anni, due in Italia, secondo il Rapporto 2019 dell’eurispes. Nel caso di Carpi l’intervento di un automobilista ha evitato la tragedia: ha allertato i carabinieri che sono intervenuti, mentre le Ferrovie hanno segnalato il pericolo al macchinista che ha potuto diminuire la velocità. I tre si sono dati alla fuga ma sono stati identificati grazie ai loro post: a segnalarli ai carabinieri è stata la madre di un amico dei ragazzi che ha visto video e foto sul cellulare del figlio.
Gli italiani che hanno perso la vita, secondo Eurispes, durante un autoscatto pericoloso