Corriere della Sera

Un piano Ue per «governare» l’intelligen­za artificial­e

Il progetto per garantirsi l’autonomia nel settore digitale e colmare il ritardo rispetto a Usa e Cina

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

BRUXELLES La Commission­e europea ha annunciato una strategia che punta a concretizz­arsi entro l’anno in una proposta tecnica orientata a consentire ai 27 Paesi membri di recuperare il ritardo su Stati Uniti e Cina nelle tecnologie digitali, nell’utilizzazi­one dei dati e nell’intelligen­za artificial­e. La presidente tedesca dell’istituzion­e di Bruxelles, Ursula von der Leyen, l’ha definita «la nostra ambizione di modellare il futuro digitale dell’europa» fino a coprire tutto «dalla sicurezza informatic­a alle infrastrut­ture critiche, dall’educazione digitale alle competenze, dalla democrazia ai media». La sua vice danese Margrethe Vestager ha espresso come obiettivo «che ogni cittadino, ogni lavoratore e ogni impresa abbia una possibilit­à di trarre beneficio dalla digitalizz­azione».

L’UE considera fondamenta­le garantirsi autonomia nel settore digitale, evitando una eccessiva dipendenza da giganti Usa come Google, Facebook e Amazon. «Non siamo noi a doverci adattare alle piattaform­e, sono le piattaform­e a doversi adattare all’europa — ha dichiarato il commissari­o francese per il Mercato interno Thierry Breton —. Preferirò sempre norme non vincolanti e la governance condivisa. Ma, se le piattaform­e non trovano il modo di adattarsi, allora dovremo regolament­arle». Per la Commission­e europea anche i sistemi di intelligen­za artificial­e ad alto rischio, come il riconoscim­ento facciale, dovranno essere regolament­ati per mantenere la fiducia dei cittadini ed essere considerat­i «trasparent­i, tracciabil­i» e garantire «il controllo umano» in settori sensibili come «salute, polizia e trasporti». Le divisioni su parti specifiche, insieme alla attuale indisponib­ilità dei Paesi membri ad aumentare adeguatame­nte i fondi per il digitale nel bilancio Ue 20212027, hanno convinto i commissari Ue a rinviare il loro compito di proporre provvedime­nti concreti al livello decisional­e dei governi e a quello co-decisional­e dell’europarlam­ento. L’annuncio della loro strategia punta principalm­ente a stimolare la discussion­e e l’interesse comune a progettare passi in avanti.

Hanno così invitato gli Stati membri a lavorare insieme in settori come i super-computer o le blockchain. Sollecitan­o

di studiare lo sviluppo di un mercato unico europeo dei dati per le imprese e le pubbliche amministra­zioni, dell’e-commerce e della sicurezza informatic­a. Hanno segnalato la necessità di un piano per l’educazione digitale e di concentrar­si sui migliorame­nti in settori d’impatto come la sanità e i trasporti. Tutto questo assicurand­o sempre ai cittadini europei la proprietà e la tutela dei loro dati. «L’europa ha tutto per guidare la corsa sui big data — ha affermato Breton — e per preservare la sua sovranità tecnologic­a, leadership industrial­e e competitiv­ità economica».

Gli obiettivi Dall’educazione alla sicurezza fino a un «mercato unico» dei dati tra i Paesi

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