L’incanto nascosto del Paese (che avete scelto voi)
Il racconto dei luoghi poco noti ma sorprendenti Cossignano, nelle Marche, è il borgo da far scoprire Al via le «missioni di bellezza». Anche all’estero
Alzi la mano chi conosce Cossignano. È un borgo marchigiano di nemmeno mille abitanti in provincia di Ascoli Piceno, ha la forma di una delicata canestra adagiata tra colline ricamate a vitigni e calanchi. Il paese è stato scelto tra le migliaia di segnalazioni che sono arrivate in redazione in un mese e mezzo circa, da quando abbiamo chiesto a tutti di aiutarci a scoprire l’italia nascosta.
La redazione — assieme ad un comitato scientifico composto da Dacia Maraini, Mario Cucinella, Flavio Caroli e Franco Arminio —, ha vagliato borghi, chiese e palazzi storici, oasi naturalistiche, piazze e biblioteche/archivi storici. I criteri di scelta: solo luoghi e monumenti poco noti ma sorprendenti, ricchi di storia e di storie, lontani dai grandi circuiti turistici e pronti per essere raccontati, dunque scoperti.
Parte oggi allora il racconto di questa Italia poco nota, con una pagina al mese, articoli e gallery sul sito (www.corriere.it/bello-italia) fino al prossimo autunno quando, a settembre, organizzeremo delle «missioni di bellezza» all’estero nelle quali contribuiremo a far scoprire questi posti alle associazioni, alla stampa estera, ai circuiti culturali internazionali. Ad ottobre, infine, tornerà il «mese del Bello», con eventi dal vivo in varie città italiane.
Il borgo
Cossignano è stato scelto da una rosa «finale» che comprendeva anche altri paesi molto caratteristici, come Gessopalena in provincia di Chieti, il borgo che ha la zona vecchia fatta di gesso. La scelta è caduta sulla località marchigiana per diversi motivi: la bellezza del territorio così spesso immortalata dagli artisti (per esempio Tullio Pericoli è stato tra quelli che meglio hanno raccontato la zona Picena), la suggestione della cinta muraria che caratterizza molti borghi di quella regione, le chiese come quella dell’annunziata (un po’ luogo di culto e un po’ pinacoteca) e infine la tenacia con cui la terra marchigiana (come quelle abruzzese, umbra e laziale) ha reagito al sisma che ha colpito il centro Italia tra il 2016 e il 2017.
La chiesa
L’abbazia di Santa Maria di Sitria a Isola Fossara (Perugia) si trova nel parco del Monte Cucco, zona di lunghi silenzi e di racconti dove il sacro si mescola alla leggenda. Abbiamo voluto scegliere un luogo di culto che si nutre anche dello straordinario scenario naturale che ha intorno, anzi, vive in simbiosi con questo. Molte le segnalazioni anche in questa «categoria», come la chiesa di Sant’andrea Castelletto di Vernasca, provincia di Piacenza.
L’oasi naturalistica
In un Paese come il nostro non è stato facile scegliere tra le scenografie della Valle d’aosta e quelle del Friuli, tra le foreste luminose della Sicilia e i giardini fioriti della Lombardia. Alla fine la decisione è caduta su un lago dal colore verde smeraldo, il lago di Barcis, in provincia di Pordenone, uno specchio d’acqua sovrastato da un ponte tibetano e circondato da una riserva naturale, la Forra del Cellina, che ha molte storie in serbo. Tra gli altri luoghi segnalati, la Riserva naturale Piramidi di Postalesio (Sondrio) e il viale dei Cipressi di Inverigo (Como).
La piazza
Più che una piazza nel senso più tradizionale della parola, è uno slargo che abbraccia una salita, come se la «accompagnasse» al portone di una chiesa: la salita della Motta, a San Donato di Ninea (Cosenza), ha il calore e la bellezza delle piazze di paese ma è anche un terrazzo naturale che apre lo sguardo sul massiccio dell’orsomarso, sul tratto di costa Ionica compreso tra Sibari e Corigliano Rossano, la Valle del Crati, la Valle del fiume Esaro, le pendici nord orientali della Sila. Tra le piazze che i lettori ci hanno segnalato, piazza XIII Martiri di Lovere.
La biblioteca/l’archivio
La Biblioteca «Maldotti» di Guastalla (Reggio Emilia) è stata scelta tra i tanti suggerimenti dei nostri lettori, che hanno segnalato anche l’archivio storico «Opera Pizzigoni» (Milano), il centro di documentazione «Maria Baccante» (Roma) e molti altri ancora. Tra le tante particolarità della «Maldotti», quella di conservare un gridario manoscritto e uno a stampa — raccolta di gride (ordinanze, proclami, notificazioni, bandi di concorso) di ambito guastallese datate tra 1573 e 1715.
Parte dunque così il racconto del «Bello dell’italia 2020», giunto alla quinta edizione. Dall’incanto segreto di luoghi che si stanno per svelare.