QUASI MAI SIAMO NOI A FARE DAVVERO LA STORIA
Caro Aldo,
lei a proposito del Risorgimento ha scritto che sono quasi sempre le minoranze a fare la storia. Ma allora tutta la retorica sulla «storia siamo noi»? Sandro Grossi, Milano
Caro Sandro,
Per risponderle mi viene in soccorso la lettura di «Uffa», il volume in cui Marsilio ha saggiamente raccolto le «cartoline amare da un tempo in cui accadde di tutto» (come indica il sottotitolo), scritte da Giampiero Mughini per il Foglio. Sono passati quindici anni, ma le brevi annotazioni di Mughini sembrano vergate ieri: non hanno perso nulla della loro freschezza e della loro profondità. Contraddicendo un editoriale secondo cui sarebbero stati i palestinesi, scegliendosi leader migliori, a cambiare la politica in Medio Oriente, Mughini scrive che «una cosa del genere non è mai successa nella storia delle organizzazioni politiche moderne. Furono i fascisti i più fascisti di tutti, la notte del 25 luglio, a buttar giù il fascismo mussoliniano in cui avevano creduto tutta la loro vita. Non furono gli operai o gli ingegneri russi a cominciare a scalpellare il muro di Berlino, e bensì il leader supremo dell’urss comunista, Mikhail Gorbaciov. Non furono i “compagni” delle sezioni comuniste e bensì Achille Occhetto a chiedere che quell’insegna ignominiosa, “Partito comunista”, venisse deposta in magazzino. Non furono i “camerati” di base e bensì i professionisti della politica missina a mandare in lavanderia la camicia nera».
Per fortuna o purtroppo,
Mughini ha perfettamente ragione. Non sempre le masse sono capaci di lungimiranza o di coraggio. In ogni epoca, gli uomini tendono a salvare la vita e a far passare la nottata. Talora però arriva, per molti, il momento in cui bisogna scegliere, schierarsi, rischiare. Furono i bandi Graziani a ingrossare le fila della Resistenza: allora bisognò decidere se arruolarsi con la Repubblica sociale, nascondersi (c’è un bellissimo racconto di Beppe Fenoglio su un giovane che si nasconde in una tomba) o salire in montagna. I contadini cattolici non erano in effetti molto interessati al Risorgimento; però non sarebbero bastati i «sciuri» a cacciare gli austriaci da Milano; nelle Cinque Giornate combatterono operai e artigiani; e tra il 1848 e il 1849 insorgono quasi tutte le città italiane.
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