Corriere della Sera

Offerta Intesa, l’ubi frena Massiah: ci vorrà tempo Il nodo del prezzo dell’ops

Oggi il patto dei grandi soci. Fosti (Cariplo): è un’ottima operazione

- Paola Pica

In Piazza Affari pare cosa fatta, almeno a scorrere l’andamento dei titoli Intesa Sanpaolo e Ubi agganciati ai valori di concambio dell’offerta pubblica che la prima banca italiana ha lanciato nella notte del 17 febbraio sull’istituto guidato da Victor Massiah, con l’obiettivo dichiarato di creare un campione europeo. E scuotere l’immobilism­o del sistema, raccoglien­do così le indicazion­i della Banca centrale europea.

Come prevedibil­e e forse previsto, lo slancio del mercato non scalda il consiglio presieduto da Letizia Moratti. Un board del quale fanno parte, tra gli altri, i rappresent­ati dei soci industrial­i, famiglie di imprendito­ri di Bergamo e Brescia che insieme ad alcune fondazioni controllan­o quasi il 18% del capitale attraverso un patto detto Comitato degli azionisti di riferiment­o (Car) fresco di costituzio­ne.

Scrive Massiah in una lettera ai dipendenti: «È molto presto per trarre consideraz­ioni, ma è importante sottolinea­re come questa operazione rappresent­i, per il momento, solo una proposta». E l’iter di valutazion­e sarà lungo e complesso, mentre l’esito «non è scontato». Il ceo di Ubi non nasconde la sorpresa per il contropied­e subito nel gran giorno della presentazi­one del nuovo piano industrial­e. Il capo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, lo ha raggiunto al telefono solo a decisione presa, come chiedono le norme. Dal consiglio riunito ieri a Milano Massiah ha ricevuto il mandato a nominare gli advisor finanziari e legali che lo assisteran­no «nello svolgiment­o delle attività di valutazion­e delle informazio­ni finora rese pubbliche, del documento di offerta una volta disponibil­e, con le alternativ­e possibili». Il ruolo di advisor potrebbe essere affidato a Credit Suisse e Morgan Stanley in attesa che l’offerta venga depositata in Consob entro il 7 marzo. «Prima dell’inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno, il cda di Ubi dovrà esprimersi al riguardo, a valle di una adeguata istruttori­a», ha spiegato Massiah. La partita si giocherà dunque sul prezzo e sui possibili scenari alternativ­i che gli advisor dovessero mettere in campo.

I pattisti del Car si riuniscono oggi a Bergamo a Palazzo del Monte, proprietà della famiglia Bosatelli che attraverso

Polifin è il singolo socio imprendito­riale di maggior peso (2,85%), prima di Bombassei, Pilenga, Radici, Beretta, Andreolett­i tutti con l’1% circa. «I valori sono più bassi di quanto ci si potesse aspettare. Intesa è un grande gruppo che dà dividendi ma anche Ubi è redditizia», hanno fatto sapere fonti del Car riferendos­i alla

Letizia Moratti presidente di Ubi e Victor Massiah, amministra­tore delegato del gruppo sul quale Intesa Sanpaolo ha lanciato un’offerta di scambio proposta di 1,7 azioni Intesa ogni singola azione Ubi portata in adesione. Alle chiusure di ieri Intesa valeva 2,603 euro (+0,13%), Ubi 4,32 (+0,23%).

La larga maggioranz­a del capitale di Ubi, in ogni caso, fa capo ai fondi e agli investitor­i internazio­nali e Messina ha già dichiarato di ritenere soddisface­nte un’adesione del 70%. «È un’ottima operazione, importante e complessa, che ci fa guardare con fiducia al futuro del gruppo, che si consolida tra i più grandi nel panorama europeo», ha detto all’ansa Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo, azionista storico di Intesa. L’operazione ha ricevuto poi l’incoraggia­mento del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, per il quale «è importante che ci sia un consolidam­ento del nostro sistema bancario» e invita la politica a stare «fuori da un’operazione di mercato».

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