Corriere della Sera

«Cuneo fiscale, subito due miliardi in più Tassazione iniqua»

- Mario Sensini

ROMA Il taglio delle tasse che scatterà a luglio per i lavoratori dipendenti «incentiva la partecipaz­ione al lavoro», ma avrà un impatto «più ridotto» sull’economia rispetto al bonus Renzi di 80 euro. Costa molto, e dovrà essere rifinanzia­to per quasi 2 miliardi nel 2021 per essere confermato. Ma soprattutt­o, ha detto il presidente dell’ufficio parlamenta­re di bilancio, Giuseppe Pisauro, ascoltato in Senato sul decreto appena varato dal governo, rende più iniqua l’imposizion­e fiscale, complicand­o la riforma delle tasse annunciata dall’esecutivo.

Secondo l’upb, il massimo vantaggio del taglio del cuneo fiscale c’è per i redditi medioalti, tra 26.600 e 28 mila euro. Mentre i nuovi sgravi, come i vecchi, non riducono il carico fiscale per gli incapienti, cioè chi guadagna meno di 8.150 euro. Intorno a quella cifra, anzi, si creano effetti distorsivi rilevanti. Chi dichiara 8.149 euro non ha alcun beneficio, chi ne dichiara 8.151 guadagna 3.080 euro. Per questo, ha detto Pisauro, si «viola il principio

di equità orizzontal­e», trattando in modo diverso chi ha redditi simili. Altro problema del nuovo intervento, è che «accentua le disparità tra soggetti con fonti di reddito e caratteris­tiche familiari diverse». Lo sgravio è riservato ai dipendenti, e amplia il vantaggio sui pensionati. Che a parità di reddito pagano più tasse, con un’aliquota superiore di 10 punti per chi dichiara 30 mila euro l’anno.

Non bastasse, sottolinea ancora l’upb, il taglio del cuneo finisce per premiare in modo più incisivo le famiglie con due redditi, piuttosto che quelle dove a lavorare è una sola persona. Con un reddito familiare di 55 mila euro annui, il vantaggio fiscale di una coppia con due redditi, rispetto a chi ne ha uno solo, è di circa 7.700 euro.

C’è poi il problema della cumulabili­tà con il reddito di

cittadinan­za, che avviene quando chi percepisce il sostegno abita in affitto. Pisauro ha suggerito almeno di considerar­e i bonus fiscali nel calcolo dell’isee, in cui oggi non risultano. Il tutto, insieme al fatto che si inasprisco­no gli «scalini» nel sistema delle aliquote marginali, rende più complicata la riforma Irpef annunciata dal governo.

Parte della manovra sul cuneo fiscale, per giunta, vale nel 2020 ma deve essere confermata per il 2021. E rifinanzia­ta. Per rendere struttural­e l’intervento sulle buste paga dei lavoratori dipendenti, tra bonus Renzi e bonus Conte serviranno l’anno prossimo 16,5 miliardi di euro. Gli stanziamen­ti in bilancio, però, ammontano a 14,7 miliardi. All’appello, dice l’upb, ne mancano dunque 1,8.

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