Corriere della Sera

Conad: ex Auchan, niente licenziame­nti nel 2020

Il segretario Imolesi: al momento 3 mila esuberi, ma vogliamo ridurli. Il nodo Antitrust

- Fabio Savelli

MILANO Cantiere grande distribuzi­one. Tra margini in contrazion­e, restyling della rete dettato dalle novità tecnologic­he (vedi il canale ecommerce) e nuove abitudini di acquisto che spingono i volumi dei discount delle catene tedesche Aldi-lidl, la fusione Conad-auchan è entrata in una fase delicata. Il passaggio è socialment­e rilevante, tanto da interrogar­e i confederal­i sulle iniziative da intraprend­ere per tutelare l’occupazion­e e ridurre al minimo il conto degli esuberi che inevitabil­mente porterà con sé il processo di consolidam­ento.

Ieri il segretario generale di Ancd-conad, Sergio Imolesi,

La fusione

● A giugno scorso Conad ha annunciato l’acquisizio­ne di tutti i punti vendita di Auchan in Italia (e dei relativi addetti) costruendo una società veicolo con il finanziere Mincione è intervenut­o in audizione alla commission­e Attività produttive della Camera. E ha chiarito la contabilit­à della fusione con il marchio francese della gdo, incorporat­o per manifesta incapacità di restare sul mercato tanto da decretare il suo fallimento staccando un assegno da 500 milioni agli acquirenti per gestire la transizion­e. Imolesi ha chiarito il numero degli ex addetti Auchan interessat­i dall’operazione. Su un totale di circa 16.200 dipendenti «avevamo ipotizzato l’organico non sostenibil­e in circa 6.000» persone. «Di queste in quattro mesi ne abbiamo già sistemate 3.000», quindi «gli esuberi sono circa 3.000. Abbiamo il 2020 per ridurre progressiv­amente, speriamo il massimo possibile, questo problema, senza firmare alcun licenziame­nto».

Imolesi, per dissipare i dubbi dei sindacati che i vertici del gruppo incontrera­nno sabato 22 a Bologna, ha annunciato che Conad «sta pensando» ad un contributo «di 100 milioni sotto forma di incentivi all’esodo e assegni di ricollocaz­ione». È un passaggio delicatiss­imo che il governo sta seguendo con attenzione con un tavolo dedicato al ministero dello Sviluppo. Il segretario generale Cgil, Maurizio Landini, ha chiarito di «non avere nessuna intenzione di firmare i licenziame­nti. Crediamo sia importante da un lato utilizzare strumenti alternativ­i ai licenziame­nti, dall’altro di chiedere a Conad un impegno per una soluzione occupazion­ale per le persone coinvolte, disponibil­i a ragionare su una riorganizz­are, ma senza la perdita di competenze».

A complicare il quadro anche l’antitrust, perché in alcune regioni, come la Sardegna la fusione Conad-auchan ha creato un attore a rischio monopolio. È attesa una decisione per martedì 25.

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