Il nuovo Montalbano
Zingaretti: «Io regista, ma con malinconia Il futuro del personaggio? Devo decidere»
Scomparso il grande autore, Andrea Camilleri, nel luglio scorso. Scomparso, un mese dopo, lo storico regista, Alberto Sironi. Non scompare, almeno per ora, il personaggio del commissario Montalbano. E l’attore, Luca Zingaretti, che lo ha sempre interpretato, ne ha preso le redini anche da regista. Il 9 e il 16 marzo su Rai1 vanno in onda i due nuovi episodi, prodotti da Palomar e Rai Fiction: Salvo amato, Livia mia e La rete di protezione. Esordisce Zingaretti: «Tengo a precisare che questo primo anno senza il padre letterario e senza l’amico complice, il regista che ha diretto per vent’anni la serie, trasformando un materiale letterario in un caso unico a livello internazionale, non è stato facile. Ho dovuto affrontare una situazione bella e dolorosa, in cui ho cercato di assecondare l’estetica di Camilleri e di rispettare lo stile di Sironi. Di mio — aggiunge il neoregista — c’è una malinconica dolcezza».
Il primo dei due episodi è tratto dai racconti Salvo amato, Livia mia e Il vecchio ladro. Il secondo è tratto dal romanzo omonimo: il primo lavoro letterario ad essere stato dettato dallo scrittore, diventato ormai definitivamente cieco. «Durante le riprese — continua Zingaretti — ho detto alla troupe: ragazzi se non mi aiutate non ce la faccio e non c’è stato giorno in cui non mi sia chiesto cosa direbbe Alberto di questa scena. È stata un’impresa ciclopica, ma stranamente non ero mai stanco. Mi fa piacere immaginare — aggiunge — che Alberto mi abbia passato il testimone come fossimo due amici in auto, durante un lungo viaggio notturno, che ogni tanto si fermano e si scambiano al posto di guida». E per quanto riguarda l’argomento trattato in Salvo amato, Livia mia, si limita a dire: «Vengono affrontati una vicenda omosessuale e un caso di pedofilia, che non sono nuovi nei racconti camilleriani».
Un terzo episodio, Il metodo Catalanotti, già girato, andrà in onda l’anno prossimo. Inoltre, per la prima volta, il celebre Commissario approda in anteprima al cinema, il 24, 25 e 26 febbraio, per dar modo agli spettatori di godersi le due storie sul grande schermo. L’incasso andrà al 50% all’ospedale Spallanzani e il resto alla onlus Ape, associazione pazienti ematologici del Sant’andrea.
Immancabile Sonia Bergamasco nel ruolo di Livia che, nella prima puntata, è amica della vittima, la giovane Agata (Federica De Benedittis), brutalmente uccisa. Sottolinea l’attrice: «La mia è una figura femminile idealizzata, nata dalla mente di un uomo, uno scrittore del Novecento». Immancabili anche gli storici colleghi del Commissario, interpretati da Cesare Bocci e Peppino Mazzotta. «Nel 2008 — ricorda Zingaretti — volevo abbandonare il personaggio, poi decisi di proseguire e fu una scommessa vinta. Ora, essendo venuti a mancare due componenti fondamentali di questa famiglia, voglio celebrarli ed elaborare il lutto».
Ma le avventure del famoso poliziotto non finiranno qui. Nel maggio scorso è uscito un altro thriller che lo vede protagonista, Il cuoco dell’alcyon, e nella cassaforte della Sellerio, casa editrice storica di Camilleri, è custodito Riccardino con cui si potrebbe concludere la saga. Lo scrittore aveva affermato: «Montalbano se ne andrà, ma senza morire». Poi esistono molti racconti non ancora utilizzati. «Non so se concludere in bellezza con l’ultimo romanzo o finirla qua. Come attore — scherza Zingaretti — sono un po’ più che straordinario, come regista più che straordinario». Il produttore Degli Esposti è lapidario: «Sono certo che Montalbano sarà eterno».