Cecchi e il mondo dei vinti di Eduardo
Carlo Cecchi accosta, dopo Cechov e Bernhard, alla farsa del 1930 di Eduardo De Filippo Sik-sik l’artefice magico, di cui è regista e protagonista con un’ottima compagnia, all’eduardo di Dolore sotto chiave del ‘58.
Il risultato è un piccolo gioiello, il volto di un mondo di vinti nel quale commedia e tragedia convivono nell’eterno gioco tra realtà e illusione. L’ottuso egoismo zitellesco di una sorella, resa maschera ambigua dalla brava Angelica Ippolito, che tiene nascosta al fratello per mesi la morte della moglie per non farlo soffrire, esploderà in tutto il suo velenoso imprigionante assurdo.
Prigioniero del proprio fallimento è Sik-sik, mago alla ricerca della sostituzione del compare, la spalla, che lo aiuta, con la moglie incinta, nei suoi poveri numeri. Sik-sik, re di un teatrino di miseri senza possibilità di riscatto, trova la sua grandezza proprio nella cialtroneria, nel dover credere nell’inganno della scena. E l’arte suprema dell’attore coincide con la ritrosia del recitare come qui insegna un grande Cecchi. Nel suo tempo rimuginato, strascicato, in una gestualità appena abbozzata, frasi smozzicate, allusioni, avanzamenti e ripieghi, c’è l’anima della tragifarsa eduardiana restituita con maestria.
Dolore sotto chiave | Sik Sik... Regia di Carlo Cecchi