Wenger e la Fifa: «Basta fuorigioco per un naso»
La proposta dovrà passare l’esame dell’ifab: reintroduce il concetto di «luce» tra difensore e attaccante
Arsène Wenger ha scritto un pezzo di storia del calcio nei suoi 22 anni da allenatore dell’arsenal e adesso ci vuole riprovare da capo dello sviluppo globale del calcio per la Fifa. Lo fa con una proposta potente (che in serata lui però ridimensiona a «semplice spunto di riflessione»): modificare l’attuale regola del fuorigioco in un modo semplice.
«Perché ci sia reale fuorigioco — sostiene Wenger — ci deve essere una luce tra l’ultimo difensore e l’attaccante». È una sostanziale modifica dell’attuale status, secondo il quale un giocatore è in fuorigioco se qualsiasi parte del suo corpo, escluse mani e braccia, è oltre l’ultimo difensore. L’idea originaria era che la Fifa presentasse ufficialmente la proposta all’ifab (l’international football association board che ha il potere di modificare o introdurre nuove regole) nell’assemblea del 29 febbraio a Belfast: dopo la puntualizzazione di Wenger forse ci vorrà più tempo e l’idea di avere la nuova norma già in vigore agli Europei potrebbe restare una suggestione. Per l’approvazione in ogni caso servono 6 voti fra gli 8 membri dell’ifab, 4 nominati dalla Fifa e 4 dalle Federazioni di Scozia, Galles, Inghilterra e Irlanda del Nord.
Naturalmente — sullo sfondo di quello che sarebbe il più grande cambiamento nel calcio da quando è stata mutata la regola del retropassaggio al portiere nel 1992 — ci sono la Var e le relative discussioni. Secondo Wenger, «il problema più grande che le persone hanno con la Var è la regola del fuorigioco. C’è spazio per cambiare la regola e non permettere che una parte del naso di un giocatore sia in fuorigioco».
Una posizione già sostenuta a dicembre 2019 dal presidente dell’uefa Aleksander Ceferin, che usò più o meno la stessa immagine: «Se hai un naso lungo, sei in posizione di fuorigioco. Anche le linee sono tracciate dalla Var. È un disegno un po’ soggettivo su qualcosa di oggettivo. La nostra proposta è quella di tenere una tolleranza di 10-20 centimetri».
In sostanza, sia Wenger che Ceferin recepiscono la sensazione diffusa che la Var ci ponga spesso davanti a un dilemma: migliorare la tecnologia oppure cambiare la regola. Poiché la tecnologia, a quanto pare, non aiuta del tutto a dirimere le controversie, interveniamo sulla regola.
Ovviamente, anche sul concetto di «luce» ci potremmo aspettare dei casi controversi, ma forse saremmo più vicini a quella chimera chiamata oggettività. Obiezione: così verrebbero favoriti gli attaccanti sui difensori. Possibile. Ma, come ha sottolineato sul Times voti necessari per far passare una modifica delle regole all’interno dell’ifab, che comprende 8 membri, 4 della Fifa e 4 delle Federazioni di Scozia, Galles, Inghilterra e Irlanda del Nord
Nigel Winterburn, ex difensore dell’arsenal e dell’inghilterra favorevole all’innovazione, «il cambiamento potrebbe invece migliorare l’arte difensiva». Si chiama adeguamento, come fa ogni forma di vita in un contesto nuovo. Dopotutto, togliere al portiere il potere di riprendere con le mani un retropassaggio sembrava fantascienza, invece tutti gli attori del gioco si sono adeguati e il calcio è migliorato. Lo stesso vorrebbero Wenger e la Fifa sul fuorigioco ai tempi della Var. Che cosa ne pensa l’ifab lo sapremo presto (forse). Di sicuro se ne parlerà ancora.