Corriere della Sera

La rete nera entrata in azione

Sono cani sciolti, uniti dalla stessa ideologia, o cellule organizzat­e L’ex cancellier­e Schroeder: abbiamo sottovalut­ato i neonazisti

- di Paolo Valentino

Un terrorista di estrema destra assalta due bar di Hanau frequentat­i da immigrati e uccide nove persone. Un terrorista di estrema destra attacca la Sinagoga di Halle, piena di ebrei in preghiera, fa alcuni feriti e solo per miracolo manca la strage. Un terrorista di estrema destra uccide il prefetto di Kassel, Walter Lübcke, paladino della politica dell’accoglienz­a, con un colpo testa sul terrazzo di casa sua.

Tre episodi nell’arco di nove mesi. Diversi. Tutti legati a lupi solitari, o quasi (come sembra nel caso Lübcke). Ma tutti generati dallo stesso delirio ideologico: l’odio per lo straniero, il disprezzo per chi non è bianco, l’antisemiti­smo, il falso mito della «morte di una nazione», la leggenda nefasta del Bevoelkeru­ngsaustaus­ch lo scambio di popolazion­e, presunta minaccia esistenzia­le all’identità tedesca.

C’è del marcio in Germania, se la trama dell’eversione razzista esce dalle fogne della narrazione nascosta, tracimando dal fiume carsico e mefitico del dark web e delle teorie complottis­tiche, per diventare azione violenta e mortifera. C’è del marcio anche perché i «cani sciolti» non sono più soli, ma agiscono in un quadro sempre più inquietant­e. L’ombra del terrorismo di estrema destra si stende sull’intero Paese. Appena pochi giorni prima del massacro di Hanau, la polizia federale ha arrestato 12 uomini di età compresa tra i 20 e i 60 anni in sei Laender tedeschi. Sono accusati di aver dato vita a una cellula del terrore, il Gruppo S, che progettava attacchi a moschee e centri di accoglienz­a per migranti, attentati a uomini politici e rifugiati. Disponevan­o di armi, munizioni, granate, lingotti d’oro per finanziars­i. Il loro scopo: provocare una guerra civile, mettere in discussion­e l’ordine costituzio­nale.

«Abbiamo sottovalut­ato il pericolo dell’estrema destra radicale», avverte l’ex cancellier­e federale Gerhard Schroeder. Parole piene di riscontri. Secondo il Bundeskrim­inalamt, ci sono oggi in Germania 53 estremisti di destra considerat­i un pericolo per la sicurezza statale e tenuti sotto osservazio­ne (15 nel Nord Reno-vestfalia, 7 in Sassonia, 4 in Assia dove all’evidenza Tobias Rathjen, il killer di Hanau, non era considerat­o tale). Ma qualcosa in queste cifre non funziona. L’ufficio Federale per la tutela della Costituzio­ne, i servizi civili, segnala infatti l’esistenza di 25 mila estremisti di destra sul territorio federale, dei quali poco più della metà sono considerat­i «pronti alla violenza». Ma qual è la differenza tra quelli che sono «un pericolo per la sicurezza dello Stato» e quelli «pronti alla violenza»? Un problema c’è, se pochi mesi fa lo stesso capo del Bundeskrim­inalamt, Holger Muench, aveva criticato i ministri degli Interni dei Land, sollecitan­doli a rendere più omogenei i loro sistemi di valutazion­e della minaccia estremista. Uno dei nodi è che classifica­re uno come minaccia per lo Stato comporta costi aggiuntivi per il bilancio di un Land, che in quel caso ha l’obbligo di impegnare forze di polizia nell’osservazio­ne del sospettato. Eppure è stato proprio grazie alla sorveglian­za che il Gruppo S è stato sgominato prima che colpisse.

Ma perché ora? Perché all’improvviso la feccia nazista, lupi solitari o gruppi, si sente in grado di passare all’azione? Forse la risposta ce la offre Sciascia: è cambiato il contesto. Forse non si sentono più così isolati, marginali, devianti. C’è una nuova Stimmung, un nuovo umore perfino nel Parlamento federale, il presidio della democrazia, dove i leader di AFD possono impunement­e definire il nazismo una «cacca d’uccello su mille anni di storia tedesca». C’è in Turingia l’astro nascente dello stesso partito, Bjoern Hoecke, che per i suoi discorsi attinge senza ritegno al vocabolari­o nazional-socialista: racconta un’ex dirigente di AFD, ora andata via, che Hoecke e il suo stretto collaborat­ore Kubitschek analizzino quelli di Joseph Goebbels, il capo della propaganda hitleriana, usando poi versioni appena modificate delle sue parole chiave. Detto altrimenti, i lupi solitari hanno la percezione di una legittimaz­ione ad agire.

La democrazia in Germania non è in pericolo. Le reazioni del governo federale si muovono nella giusta direzione. Ma se è vero che il sonno della ragione genera mostri, allora è tempo di svegliarsi.

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I rilievi della scientific­a tedesca sul luogo della strage ieri ad Hanau. Appena pochi giorni prima del massacro , la polizia federale ha arrestato 12 uomini di età compresa tra i 20 e i 60 anni in sei Laender tedeschi. Sono accusati di aver dato vita a una cellula del terrore, il Gruppo S, che progettava attacchi a moschee e centri di accoglienz­a per migranti, attentati a uomini politici e rifugiati (Getty)
Indagini I rilievi della scientific­a tedesca sul luogo della strage ieri ad Hanau. Appena pochi giorni prima del massacro , la polizia federale ha arrestato 12 uomini di età compresa tra i 20 e i 60 anni in sei Laender tedeschi. Sono accusati di aver dato vita a una cellula del terrore, il Gruppo S, che progettava attacchi a moschee e centri di accoglienz­a per migranti, attentati a uomini politici e rifugiati (Getty)

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