Il figlio, la droga «Lo denuncio per salvarlo»
La confessione di Patrizia Mirigliani in un’intervista: «Soffre di dipendenze, combatto da 12 anni»
Nelle rare occasioni in cui ha parlato del suo unico figlio lo ha fatto solo per far capire quanto lo amasse. «Il lavoro per me è importante ma è Nicola che dà un senso a tutto quello che faccio. Adesso e per il futuro». Sono passati otto anni da questa sua affermazione. Patrizia Mirigliani, nota per essere l’organizzatrice di Miss Italia, ha reso di pubblico dominio una dolorosa vicenda familiare, tenuta a lungo chiusa a chiave come in uno scrigno: ha denunciato suo figlio Nicola per maltrattamenti in famiglia, estorsione e tentata estorsione. La narrazione di questo racconto privato la signora lo ha affidato a Selvaggia Lucarelli (su Tpi online). «L’ho denunciato per salvarlo. Non avevo altra scelta».
Nicola ha 31 anni ed è il figlio che Patrizia Mirigliani ha avuto dal matrimonio con Antonello Pisu, proprietario di negozi di abbigliamento a Trento. Dopo la denuncia (il magistrato ha attivato il codice rosso) ha l’obbligo di portare il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi a meno di 400 metri dalla casa della madre, con la quale viveva fino a pochi giorni fa. «Sono dodici anni della mia vita che combatto, Nicola soffre di dipendenze, l’ho portato in sette comunità. Se sono arrivata al punto di denunciarlo è perché sono distrutta».
Mirigliani avrebbe tenuto per sé il dolore chissà ancora per quanto tempo. Per un senso di protezione verso il figlio. In cuor suo ha sempre sperato che un giorno tutto sarebbe cambiato e che il finale della storia sarebbe stato come nei film dall’esito felice. Rendere pubblico quello che ha fatto ha aggiunto tristezza a tristezza. Ma è stato Nicola ad aver rivelato la vicenda. «Mi spiace che abbia chiamato i giornali perché è un’etichetta che si porterà dietro per la vita».
Patrizia è nata a Trento. Ha vissuto molti anni in un ambiente da lei stessa definito «molto rigoroso». Nelle tante interviste ha sempre ricordato di essere una persona corretta che pretende rispetto. Nicola è molto arrabbiato. Sostiene di essere un uomo per bene. «Mi ha cacciato di casa, dicendomi di fare la mia vita. Ma non lo può fare, per legge mi deve mantenere fino ai 34 anni. Non può lasciarmi così e la denuncerò. Io non nascondo i miei problemi con la droga, sono cominciati a 18 anni. In passato ho fatto qualche furtarello in casa ma sono un bravo ragazzo, pulito. Mia madre ha fatto la cosa più brutta che si possa fare a un figlio. La voglio rendere pubblica, è imperdonabile».
Dolore, risentimento, dovere. Sembra la storia di un legame familiare che si è reciso. Eppure Mirigliani offre una versione dei fatti diversa. Più pedagogica. Da mamma. «Mio figlio deve stare bene e costruirsi un futuro. A me è dispiaciuto il braccialetto elettronico, ma erano pressioni continue con urla e richieste di soldi. Sono 12 anni che Nicola mi ruba a casa. Io e il padre siamo devastati. Da quando aveva 18 anni l’ho portato in non so quante comunità, l’ultima due settimane fa, da Don Gelmini. Ma lui esce e ogni volta mi manca il terreno sotto i piedi. Il magistrato ha preso questa decisione per aiutarlo. Io ho detto a Nicola: “Porta pazienza, vai dal tuo papà a Trento, avrai un lavoro, sarai aiutato, ti toglieranno il braccialetto”. Ci faremo la guerra non importa».
La disputa
Il 31enne infuriato: «È imperdonabile» Lei: «Vivo un dramma, sono distrutta»
Patrizia Mirigliani apre il suo cuore di madre come tante. Che immagina per il figlio un futuro senza voli pindarici, normale. Come può essere normale la descrizione che fa del suo desiderio: «Vorrei tanto che Nicola avesse una ragazza, una famiglia». Chiude: «La mia è una tragedia. Se deve diventare pubblica che sia un messaggio per i genitori che vivono il mio dramma».