Assalto agli «stranieri» in Assia
Choc in Germania per la strage compiuta a Hanau dal razzista Rathjen: uccide 9 persone in tre locali, torna a casa, spara alla madre e si suicida
Gli obiettivi
L’assassino ha puntato su bar gestiti e frequentati in particolare da turchi
Combatteremo contro chi tenta di dividere il Paese. Questo attacco fa emergere il veleno del razzismo nella società tedesca Angela Merkel cancelliera tedesca
Video e manifesto
Il terrorista ha lasciato un filmato delirante online e un testo di rivendicazione
BERLINO «Il razzismo e l’odio sono un veleno e questo veleno esiste nella nostra società», dice la cancelliera Angela Merkel il giorno dopo la strage di Hanau, la cittadina dell’assia a una ventina di chilometri da Francoforte. È di 11 morti (compreso l’attentatore e la madre di lui) e almeno quattro feriti gravi il bilancio di sangue della scorribanda assassina di un terrorista di estrema destra, che ha preso di mira alcuni locali frequentati da immigrati di origine anatolica.
Il massacro di Hanau è l’ennesimo atto di terrore razzista contro minoranze etniche o religiose, portato a segno in un Land federale. Troppo a lungo sottovalutata, la galassia dell’ultradestra neonazista dimostra di aver creato una diffusa narrazione fatta di odio, xenofobia e incitazione alla violenza che sta producendo i suoi frutti e spinge gruppi o individui a mettere in atto sanguinosi piani criminali.
Tobias Rathjen, 43 anni, originario di Hanau, ha esploso i primi colpi intorno alle 22 al Midnight, un locale dove si fuma il narghilè, facendo poi ancora fuoco in un altro bar, il Cafè La Votre. Al Midnight, l’attentatore ha suonato il campanello e, una volta entrato, si è diretto verso il fumoir dove ha cominciato a sparare alla cieca, uccidendo tre persone e ferendone alcune. Al La Votre, Rathjen ha rivolto la pistola contro il proprietario, in quel momento da solo, fulminandolo sul colpo. Il cecchino ha poi proseguito in auto la sua corsa omicida, guidando fino a un altro «shisha bar», l’arena, nel quartiere di Kesselstadt, dove ha ucciso altre cinque volte. Fra le vittime del secondo assalto, ci sarebbe una donna incinta di origine polacca.
L’intervento della polizia è stato rapido, con la mobilitazione di un imponente dispositivo di sicurezza e l’impiego di unità delle forze speciali. L’area è stata sigillata. La caccia all’uomo è durata poche ore. Grazie al numero di targa, i poliziotti sono risaliti a un indirizzo di Kesselstadt, lo stesso quartiere dell’arena, dov’è stato trovato il cadavere di Rathjen. Accanto a lui, quello della madre, 72 anni, con cui viveva e che probabilmente ha ucciso prima di suicidarsi. La polizia avrebbe portato via il padre del terrorista, ma non è chiaro se si trovasse anche lui nell’appartamento. L’arma del delitto è una pistola regolarmente posseduta da Rathjen, che aveva il porto d’armi. Dalla perquisizione della casa sono emersi un video e un documento di 24 pagine.
Nel video, su Youtube da qualche giorno, Rathjen parla in buon inglese ma confusamente di teorie complottistiche, dicendo di avere un messaggio per gli americani: negli Usa esisterebbero delle strutture militari sotterranee, dove i bambini vengono abusati e uccisi. Nel filmato, registrato pochi giorni prima, non ci sarebbe alcun accenno a un imminente atto terroristico. Più chiaro nelle sue formulazioni sarebbe invece il manifesto scritto dal killer «in un eccellente tedesco», almeno stando a Peter Neumann, direttore del Centro di ricerca sul terrorismo. Nel testo, Rathjen sostiene fra l’altro la necessità di «annientare popoli ed etnie che non possiamo più espellere dalla Germania».
L’inchiesta sulla strage è stata avocata dalla Procura federale di Karlsruhe, in ragione della sua natura terroristica. Secondo il ministro dell’interno del Land, Peter Beuth, il killer ha agito da solo e non ci sono elementi per sospettare l’esistenza di complici. Il premier dell’assia, Volker Bouffier, ha detto però che «ci sono cose ancora da chiarire». Il presidente della Repubblica, Frank-walter Steinmeier, è arrivato nel pomeriggio ad Hanau, per partecipare all’ora della memoria in onore delle vittime: «Oggi dobbiamo mostrare di essere uniti, che non ci faremo intimidire né dividere».