Conte-renzi, fissato un incontro Una tregua segnata dai sospetti
Il premier ha accolto la richiesta: si vedranno la prossima settimana. Poi però andrà in Aula
Renzi chiama, Conte risponde. Il leader di Italia viva, alla fine, non toglie la spina ma lancia alla maggioranza quattro proposte (c’è chi li chiama diktat) e chiede un incontro a Palazzo Chigi. Il premier risponde positivamente alla richiesta di un colloquio, ma rilancia, perché annuncia che subito dopo farà «comunicazioni al Parlamento per preannunciare le misure per il rilancio del Paese».
L’ex presidente del Consiglio torna a spiegare che «noi non stiamo nell’esecutivo a ogni costo, perché prima vengono le idee». E queste idee le ha spiegate a Porta a Porta e poi successivamente, chiedendo commissari per sbloccare i cantieri, abolizione del reddito di cittadinanza, introduzione del sindaco d’italia e stop alla riforma della prescrizione. Per quanto riguarda il sindaco, si tratta in sostanza di introdurre un premier forte eletto direttamente e non, come ora, designato dal Capo dello Stato al termine delle consultazioni. Italia viva non ha ancora presentato una proposta di legge, anche se c’è un testo depositato da Tommaso Cerno, appena transitato in Italia viva, che potrebbe essere una base. E Renzi annuncia che nei prossimi mesi saranno organizzati banchetti in tutto il Paese: «Vedrete che anche in questo caso prima fanno battutine e ridono di noi, poi ci seguiranno».
Il senatore di Rignano nella sua newsletter fa ancora una volta il punto della situazione: «Noi diciamo no a provvedimenti giustizialisti voluti dai Cinque Stelle. Il premier usa parole molto dure contro Italia viva. Noi rispondiamo che non vogliamo la crisi ma non siamo disponibili a diventare populisti. Il Pd teorizza: buttiamo fuori Italia viva dal governo e prendiamo i Responsabili di Forza Italia. Noi diciamo: se questo è ciò che volete, ok. Possiamo perdere le poltrone, ma non possiamo diventare grillini». Poi avverte il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, contro il quale potrebbe presentare una mozione di sfiducia entro Pasqua: «Speriamo che il ministro capisca che deve fermarsi prima che sia troppo tardi. Non si può dire che giustizialismo e garantismo sono la stessa cosa: il giustizialismo è una patologia populista, il garantismo è la correttezza costituzionale».
Conclusione: «Parleremo con Conte e poi decideremo cosa fare». Il premier accoglie l’invito a un incontro: «Ovviamente ho già dato la mia disponibilità: la mia porta è sempre aperta, ci vediamo la prossima settimana». Quanto al «sindaco d’italia», Conte replica così: «Italia viva è in parte promotore di una proposta di legge elettorale proporzionale. Se poi ci sono altre iniziative estemporanee non entro nel merito». La proposta di Renzi è considerata irricevibile, perché presupporrebbe un nuovo patto del Nazareno (con il centrodestra) o un nuovo esecutivo tecnico.
L’ipotesi è che il premier decida di portare in Parlamento il risultato dei lavori sull’agenda 2023 e su quelli chiederà la fiducia e un chiarimento a Italia viva per far finire quello che lo stesso Renzi definisce «teatrino». O in alternativa, porterà una risoluzione di maggioranza.