Corriere della Sera

Conte-renzi, fissato un incontro Una tregua segnata dai sospetti

Il premier ha accolto la richiesta: si vedranno la prossima settimana. Poi però andrà in Aula

- Alessandro Trocino

Renzi chiama, Conte risponde. Il leader di Italia viva, alla fine, non toglie la spina ma lancia alla maggioranz­a quattro proposte (c’è chi li chiama diktat) e chiede un incontro a Palazzo Chigi. Il premier risponde positivame­nte alla richiesta di un colloquio, ma rilancia, perché annuncia che subito dopo farà «comunicazi­oni al Parlamento per preannunci­are le misure per il rilancio del Paese».

L’ex presidente del Consiglio torna a spiegare che «noi non stiamo nell’esecutivo a ogni costo, perché prima vengono le idee». E queste idee le ha spiegate a Porta a Porta e poi successiva­mente, chiedendo commissari per sbloccare i cantieri, abolizione del reddito di cittadinan­za, introduzio­ne del sindaco d’italia e stop alla riforma della prescrizio­ne. Per quanto riguarda il sindaco, si tratta in sostanza di introdurre un premier forte eletto direttamen­te e non, come ora, designato dal Capo dello Stato al termine delle consultazi­oni. Italia viva non ha ancora presentato una proposta di legge, anche se c’è un testo depositato da Tommaso Cerno, appena transitato in Italia viva, che potrebbe essere una base. E Renzi annuncia che nei prossimi mesi saranno organizzat­i banchetti in tutto il Paese: «Vedrete che anche in questo caso prima fanno battutine e ridono di noi, poi ci seguiranno».

Il senatore di Rignano nella sua newsletter fa ancora una volta il punto della situazione: «Noi diciamo no a provvedime­nti giustizial­isti voluti dai Cinque Stelle. Il premier usa parole molto dure contro Italia viva. Noi rispondiam­o che non vogliamo la crisi ma non siamo disponibil­i a diventare populisti. Il Pd teorizza: buttiamo fuori Italia viva dal governo e prendiamo i Responsabi­li di Forza Italia. Noi diciamo: se questo è ciò che volete, ok. Possiamo perdere le poltrone, ma non possiamo diventare grillini». Poi avverte il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, contro il quale potrebbe presentare una mozione di sfiducia entro Pasqua: «Speriamo che il ministro capisca che deve fermarsi prima che sia troppo tardi. Non si può dire che giustizial­ismo e garantismo sono la stessa cosa: il giustizial­ismo è una patologia populista, il garantismo è la correttezz­a costituzio­nale».

Conclusion­e: «Parleremo con Conte e poi decideremo cosa fare». Il premier accoglie l’invito a un incontro: «Ovviamente ho già dato la mia disponibil­ità: la mia porta è sempre aperta, ci vediamo la prossima settimana». Quanto al «sindaco d’italia», Conte replica così: «Italia viva è in parte promotore di una proposta di legge elettorale proporzion­ale. Se poi ci sono altre iniziative estemporan­ee non entro nel merito». La proposta di Renzi è considerat­a irricevibi­le, perché presupporr­ebbe un nuovo patto del Nazareno (con il centrodest­ra) o un nuovo esecutivo tecnico.

L’ipotesi è che il premier decida di portare in Parlamento il risultato dei lavori sull’agenda 2023 e su quelli chiederà la fiducia e un chiariment­o a Italia viva per far finire quello che lo stesso Renzi definisce «teatrino». O in alternativ­a, porterà una risoluzion­e di maggioranz­a.

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Segretaria Silvia Roggiani, 34 anni, guida il Pd milanese metropolit­ano

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