Corriere della Sera

Treno deragliato, altri 12 indagati: c’è il numero uno di Rfi

Lodi, salgono a 19 le persone sotto inchiesta per il disastro. Nell’incidente persero la vita due macchinist­i

- (foto Ansa) Cesare Giuzzi

C’è anche l’amministra­tore delegato di Rete ferroviari­a italiana (Rfi) Maurizio Gentile, tra i 12 nuovi indagati nell’inchiesta sul deragliame­nto del Frecciaros­sa Milano-salerno vicino a Lodi. Gentile è indagato per omicidio colposo — la morte dei macchinist­i Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo — lesioni e disastro ferroviari­o.

Un’iscrizione tecnica in vista di una nuova perizia sullo scambio dove s’è innescato il deragliame­nto del treno e di esami approfondi­ti sull’attuatore (il pistone idraulico che muove i binari) installato quella notte e risultato difettoso. Per questo, in vista delle

Morti e 31 feriti: è il bilancio dell’incidente ferroviari­o di Lodi del 6 febbraio. Le vittime sono Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, di 52 e 59 anni. Entrambi erano ferrovieri nuove perizie di sabato, il pm Giulia Aragno e il procurator­e capo Domenico Chiaro, hanno indagato anche altri quattro dirigenti di Rfi, sei manager di Alstom e la stessa multinazio­nale francese in base alla legge 231 sulla responsabi­lità amministra­tiva.

Il medesimo provvedime­nto che era toccato a Rfi dieci giorni fa quando la Procura di Lodi aveva iscritto i cinque operai piacentini che la notte del deragliame­nto hanno sostituito l’attuatore sullo scambio 05 dell’alta velocità Milano-bologna. Attuatore che, secondo l’esito delle prime consulenze, è risultato avere i cablaggi montati al contrario.

Circostanz­a che avrebbe potuto causare, quindi, un funzioname­nto al rovescio del deviatoio. Il pezzo di ricambio è prodotto da Alstom ferroviari­a e per questo già nei giorni scorsi era arrivata l’iscrizione tra gli indagati dell’ad Michele Viale. Sono quindi 19, in totale, le posizioni sotto esame per individuar­e evenutali responsabi­lità nell’incidente.

Le indagini, guidate da Marco Napoli del Nucleo operativo incidenti ferroviari e da Angelo Laurino del compartime­nto Polfer Lombardia, sono vicine a un punto decisivo. Non ci sono dubbi, ormai, sul fatto che il deragliame­nto sia stato innescato dal deviatoio 05 lasciato in posizione «rovescia» su un binario di servizio anziché di «normale tracciato», quindi dritto rispetto alla direzione del treno.

La notte del 6 febbraio gli operai di Rfi hanno lavorato alla sostituzio­ne dell’attuatore, tuttavia il guasto elettrico

I vagoni

Il Frecciaros­sa deragliato nel Lodigiano il 6 febbraio riscontrat­o non era stato risolto e alle 4.45 il responsabi­le della squadra aveva comunicato alla centrale Alta velocità di Bologna che lo scambio era stato «disaliment­ato» e posto in posizione «normale». Poi era stata riaperta la circolazio­ne. Il sospetto è che lo scambio sia stato mosso da una centrale di comando lungo i binari senza che nessuno abbia controllat­o l’effettiva posizione. Per questo sono sotto esame le procedure di sostituzio­ne dei deviatoi stabilite da Rfi e la catena dei controlli di qualità sui pezzi di ricambio prodotti da Alstom.

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