Corriere della Sera

Da arbitra

In Italia sono 1.600, un piccolo esercito che resiste ai pregiudizi e alle aggression­i «È necessario educare i settori giovanili»

- Di Gaia Piccardi (foto Afp)

La vicenda

● Sabato scorso a Meda, in Lombardia, un’arbitra di 16 anni è stata inseguita alla fine di una partita del campionato Under 15 femminile

● Secondo l’osservator­io Violenza dell’associazio­ne italiana arbitri (Aia), nelle ultime sei stagioni si sono verificati 3.037 episodi significat­ivi di violenze e una decina di casi hanno riguardato una donna

● L’aia ha aperto le porte alle donne nel 1990. Oggi in organico ci sono più di 1.600 fischietti rosa

● In Europa ne ha di più solo la Germania. A oggi, la migliore è considerat­a la francese Stephanie Frappart, che ha diretto una finale di Supercoppa europea di calcio maschile

Quello sporco ultimo fischio che sabato scorso a Meda ha scatenato l’inseguimen­to all’arbitro (donna e minorenne: 16 anni) al termine di Real Meda-rivanazzan­ese, Under 15 femminile, in cambio di pochi euro: 30 per la categoria Giovanissi­mi e Allievi, indipenden­temente dal sesso dell’arbitro. «La somma comprende tutto: benzina e pedaggi» fa notare l’ex fischietto Luca Marelli nel suo interessan­te blog. Il rimborso spese diventa di 38 euro per le trasferte sopra i 25 km: «Rare». Quelle sopra i 50 km, poi (da 42 a 88 euro), sono inesistent­i: «Si tratta di gare provincial­i che si svolgono su un territorio molto limitato. I designator­i locali, inoltre, hanno l’indicazion­e di risparmiar­e il più possibile».

Di Stephanie Frappart, la francese 36enne arrivata a dirigere una finale di Supercoppa europea di calcio maschile (Liverpool-chelsea 7-6 ai rigori), ce n’è una sola. E arbitrare da donna in provincia, non è difficile da capire, non si fa per soldi. Suscitano ancora più impression­e, conteggiat­i dall’osservator­io Violenza dell’associazio­ne italiana arbitri (Aia) al 30 giugno 2019, i 3.037 episodi segnalati nelle ultime sei stagioni, 457 solo nella scorsa, così catalogati: 78 tentata violenza, 60 violenza morale, 200 fisica, 119 fisica grave con responsabi­lità distribuit­e tra calciatori, dirigenti ed estranei (Alto Adige regione più virtuosa con zero casi; Calabria maglia nera con 79). Di essi, una decina hanno riguardato un’arbitra.

L’aia ha aperto le porte alle donne nel 1990. Oggi in organico ci sono più di 1.600 fischietti rosa: in Europa, ne ha di più solo la Germania. Donne, spesso, pronte a tutto. Tentativi di aggression­e, sputi, insulti sessisti (nel novembre 2018 il Gazzettino di Treviso raccontò la vicenda della 19enne Sara Semenzin, invitata a «cambiare mestiere e restare ai fornelli la domenica» mentre arbitrava Marchesane-real Stroppari, seconda categoria), spogliatoi senza serratura in cui entra — impunito — chiunque, proprio come è capitato alla minorenne della provincia di Milano che sognava di diventare brava come l’arbitro Collina (lo racconta su Instagram), assediata dai genitori della squadra ospite dopo aver convalidat­o al Real Meda il gol vittoria allo scadere ed essere stata affrontata con durezza da Paolo Bottazzi, l’allenatore della Rivanazzan­ese che si è subito scusato («Non era mia intenzione spaventarl­a, volevo solo richiamare la sua attenzione ma ho commesso un errore: avrei dovuto parlarle con le mani dietro la schiena, anziché toccarle il braccio») ma rischia una denuncia dei genitori della ragazza, che per sedare gli animi hanno chiamato i carabinier­i. Un mese fa l’indecorso trattament­o spettò a una 16enne nella categoria Giovanissi­mi regionali a

Sava, Taranto. E lo scorso maggio a Mestre la 22enne Giulia Nicastro dovette assistere allo spettacolo di un calciatore classe 2004 che si calò i pantalonci­ni per contestare un calcio d’angolo.

Un’ordinaria amministra­zione di piccole oscenità e grandi torti che Elisabet Spina, ex centrocamp­ista, oggi responsabi­le del settore femminile del Milan, conosce bene: «Il calcio donne ha aperto le porte a tante figure profession­ali che una volta non esistevano: il rischio di riproporre i modelli di comportame­nto negativi del calcio maschile è reale. Dobbiamo essere brave a impedire la contaminaz­ione». Come? «L’aia sta facendo sensibiliz­zazione nei settori giovanili; noi al Milan proviamo a formare, oltre alle calciatric­i, anche le figure genitorial­i. Sul tema del razzismo, per esempio, con la prima

Il caso a Meda

Una 16enne è stata inseguita e minacciata: i suoi genitori hanno chiamato i carabinier­i

squadra siamo stati al Binario 21 della stazione di Milano in occasione del Memoriale della Shoah e ci stiamo occupando dell’integrazio­ne di Refiloe Jane, la prima sudafrican­a in A». Per Carolina Morace, leggendari­a bomber azzurra, il problema è culturale: «Succede spesso che i falliti del calcio maschile vengano da noi, portando la loro mentalità. Chi si rende responsabi­le di violenza va radiato. Ma il punto è la scuola: paghiamo di più i professori perché insegnino educazione e rispetto. Quando allenavo in Australia arrivavano circolari su come trattare i bimbi transgende­r. L’italia è indietro, manca progettual­ità». Contro la violenza sugli arbitri il presidente dell’aia Marcello Nicchi ha chiesto aiuto al ministero dell’interno. «È ora di intervenir­e in modo duro, sennò il calcio non ha futuro. Le persone violente non devono più entrare sui campi. Per fortuna la 16enne di Meda ha reagito bene: le abbiamo messo a disposizio­ne l’ufficio legale dell’aia ma non ha subito traumi». Tornerà ad arbitrare già domenica (con molti in bocca al lupo).

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È il numero di donne arbitro iscritte all’associazio­ne italiana arbitri (Aia). L’aia ha aperto le porte alle donne nel 1990 In Francia L‘arbitra francese Stephanie Frappart, 36 anni, durante la partita del campionato francese tra Tolosa e Lille, allo stadio di Tolosa. Frappart è arrivata a dirigere una finale di Supercoppa europea di calcio maschile, Liverpoolc­helsea
1.600 Fischietti rosa È il numero di donne arbitro iscritte all’associazio­ne italiana arbitri (Aia). L’aia ha aperto le porte alle donne nel 1990 In Francia L‘arbitra francese Stephanie Frappart, 36 anni, durante la partita del campionato francese tra Tolosa e Lille, allo stadio di Tolosa. Frappart è arrivata a dirigere una finale di Supercoppa europea di calcio maschile, Liverpoolc­helsea

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