La leggerezza per Prada
La stilista: alle donne non servono più le spalle larghe. Delicatezza, fragilità, sensualità sono più potenti
La forza delle donne in una frangia? Perché no? Miuccia Prada la butta lì in pensieri e abiti. Riflessioni ad alta voce che diventano una collezione che cerca il potere al femminile dove, ancestralmente, è sempre stato: nella delicatezza, nella fragilità e nella sensualità. «Non ci servono più le spalle larghe — dice la stilista —, frivolezza e leggerezza oggi mi sembrano più potenti per stare dove stiamo e andare oltre. Il femminile come femminismo? Esattamente, un invito che lancio. Come leggere e studiare».
Il glamour poi, come strumento per riflettere il pensiero. Surreale, però, perché ha a che fare con l’istinto che non sempre ha i contorni definiti. Glam un ricamo, dunque, ma anche, un secondo dopo, il tocco sporty di un giaccone di nylon imbottito sulla gonna pencil, la verniciatura color chewing-gum di un montone, il disegno decò sulla blusa di tulle, il calzerotto giallo con il sandalo rosso o le piccole trousse indossate civettuolamente come collane.
Così lo show ha un titolo «Surreal Glamour» e uno svolgimento dal lessico facile e didascalico. Frange, si diceva e spacchi e tacchi, porzioni del corpo scoperte e poi la semplicità di un guardaroba che non ha bisogni di capi maschili per dare e incutere potere. Unica eccezione la cravatta, sottile e colorata, quasi un vezzo, ironico, più che un simbolo. Attenzione, durezza e austerità appartengono, anche, all’universo mondo femminile. Che è questo e quello: tailleur seriosi e lingerie. Molteplicità di un sé che Miuccia Prada esplora non perdendosi mai in facili divagazione.
Anche la dualità della femminilità, secondo Fendi nell’era di Silvia Venturini Fendi, è quella di una donna un po’ perbene e un po’ maîtresse. Che gioca con un guardaroba rigoroso e sontuoso (tailleur, gonnellone, cappottoni, paletot militari, blazer e bluse in organza) o peccaminoso e oltraggioso (guêpière, bustier, e piccoli reggicalze che ornano le calzature). Lady Like o Femme Fatale che hanno i volti e i corpi freschi di Gigi e Bella Hadid, Vittoria Ceretti e Kaia Gerber, o quelli morbidi delle ex top (sempre al top) come Carolyn Murphy e Karen Elson o quelli curvy di Paloma Elsesser e Jill Kortleve. Le sinuosità come nuovo mondo per la stilista che ne è affascinata e intrigata. Un grande lavoro di sartorialità e materiali, senza risparmio. Volumi enfatizzati e lussuosità sfacciata in equilibrio con colori caldi e rassicuranti,
Spalle e maniche: esagerate, calate, arricciate, svolazzanti. La nuova rivoluzione di Ian Griffith per Max Mara è tutta lì in quel punto del corpo femminile che non invecchia mai. Un grande i lavoro di costruzioni e sperimentazioni (su capi spalla ma anche camicie e tailleur e pullover) che arricchisce alla collezione il flag «desiderato» della cliente abituale oltre alla lista fatta di cappotti e picot e le nuove versioni del top Teddy Bear Coat, per la prossima stagione più lungo, meno voluminoso, anche a righe e in nuovi caldi colori. Così anche paletot vestaglia, che arrivano alla caviglia, serrati da cordoni francescani. L’ispirazione vagamente marina si ritrova in certi giacconi e in un piumino imbottito di cashmere e in tanti doppiopetto-divisa.
La femminilità gentile di Giada by Gabriele Colangelo ha i colori dell’imbrunire dell’inverno sulle rive di un fiume, quando il giorno non è già e la notte non più. Quando il controllo è ancora preda della spontaneità del sonno. Così gli abiti: la sartorialità sfugge in plissettature improvvise e orli e chiusure sono dove non ci si aspetta. Blazer e cappotti, gonne pencil e tubini di ecopelle increspate, tuniche di chiffon e grembiali a portafoglio. La donna in fiore di Luisa Beccaria è più forte che mai. L’ossessione per tulle e chiffon e colori delicati e stampe e ricami di erbari meravigliosi esplode sugli abiti ma anche su calze, stivali, maglieria, pellicceria, jeans e cappelli. Più diluita nel suo messaggio Sara Cavazza in Genny che cerca nell’eleganza degli anni Venti e Quaranta un messaggio che spesso le donne di oggi non hanno il tempo di cogliere. Un viaggio immaginario a bordo dell’orient Express dove le passeggere non dimenticano mai tacchi e gioielli, stole (eco) e cappe, tailleur e lunghi da sera.
Nel mood della sofisticatezza entra anche Brognano che è cresciuto e va oltre le sue impeccabili camicie per esplorare certe sicurezze borghesi del vestire (abiti puliti e sandali con laccetto, pantaloni sartoriali e giacchette) liberalizzandole con bluse di tulle o sottovesti tempestate di gocce di Swarovski o total look di ecopelle. Da Anteprima è il senso della felicità che Izumi Ogino, la stilista, vuole trasmettere. Elimina il nero, poi gioca con i volumi, infine con i gadget come la sciarpa-tasca che si indossa in vita.