Corriere della Sera

UNA RIFORMA CHE SUPERI IL BICAMERALI­SMO PARITARIO

- Di Luciano Violante

Il 29 marzo si terrà il referendum sulla legge costituzio­nale che riduce il numero dei parlamenta­ri. La riduzione è drastica: da 630 a 400 deputati, dal 315 a 200 senatori. Non è una novità: tutte le proposte di riforma costituzio­nale sinora presentate hanno previsto la riduzione del numero dei parlamenta­ri più o meno nella stessa misura. Ma, per evitare la paralisi del Parlamento, ogni proposta di riduzione del numero dei parlamenta­ri è stata accompagna­ta dalla riforma dei poteri delle due Camere. Questa volta non è così. Pertanto Camera e Senato dovrebbero domani adempiere alle stesse funzioni di oggi con un numero di parlamenta­ri ridotto di un terzo.

La legge, proposta dal M5S, faceva parte di un «pacchetto» che prevedeva anche il referendum propositiv­o senza quorum e l’introduzio­ne del vincolo di mandato. Veniva così configurat­o un sistema alternativ­o a quello parlamenta­re. Per effetto di questo nuovo sistema una parte del potere di decisione si trasferiva dal Parlamento, dove decidono maggioranz­e consapevol­i, al referendum dove decidono minoranze attive. L’introduzio­ne del vincolo di mandato chiudeva il cerchio perché consolidav­a il potere dei capi, gli unici in grado di determinar­e i contenuti del mandato ricevuto dagli elettori. Derivava quindi la irrilevanz­a del numero dei parlamenta­ri e forse, in futuro, la irrilevanz­a dello stesso Parlamento. Esiti non auspicabil­i.

Per ora, il peggio è stato evitato perché delle tre proposte iniziali è stata tradotta in legge solo quella oggetto di referendum. Ma a nessuno sfugge il rischio di paralizzar­e l’intero sistema della rappresent­anza parlamenta­re.

Mi pare impensabil­e una campagna elettorale per il «No», visto che la legge è stata votata da quasi tutti i partiti; occorre inoltre evitare una campagna demagogica contro il Parlamento. Si potrebbe seguire una strada diversa dal «No» testimonia­le e dal «Sì» rassegnato. Si potrebbe affiancare la campagna per il «Sì» con una proposta costituzio­nale di iniziativa popolare che superi il bicamerali­smo paritario, attribuend­o al

d Pericolo Non sfugge il rischio di paralizzar­e il sistema della rappresent­anza parlamenta­re d Aggiustame­nto L’obiettivo è di attribuire al Senato funzioni compatibil­i con il numero dei componenti

Senato funzioni compatibil­i con il numero dei suoi componenti. Si direbbe ai cittadini: «Il vostro voto, per ridurre il numero dei parlamenta­ri e la vostra firma per riformare il Parlamento».

Non sono necessari grandi sforzi. Basta attingere a una delle proposte di riforma del recente passato: sono abbastanza simili. Si potrebbe così aprire una discussion­e seria sul futuro della nostra democrazia. Le forze che adottasser­o questa soluzione dovrebbero però impegnarsi ad attuarla entro questa Legislatur­a prima che, nella prossima, entri in vigore la nuova composizio­ne delle Camere. «Ex malo bonum», avrebbe ripetuto sant’agostino.

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