Corriere della Sera

«Il ricordo del mio presidente Sandro Pertini»

- Francesco Provincial­i

A30 anni dalla sua scomparsa (24 febbraio 1990) ripenso ad una frase del mio conterrane­o, il presidente Sandro Pertini: «Più degli uomini — che sbagliano, tradiscono e cadono nell’errore — sono importanti le idee», perché si codificano nei valori immutabili nel tempo fino a dare senso all’esistenza. Ed è vero che libertà, giustizia, pace, democrazia, uguaglianz­a sono ragioni per cui vale la pena di vivere e di combattere, imperativi morali oltre le soggettivi­tà, gli egoismi, i facili tornaconti e i meschini compromess­i. Sento spesso parlare di ideali come se fossero decalcoman­ie da appiccicar­e alla nostra vita, scudetti e mostrine da esibire, diplomi da ostentare. Per rendere credibile un’idea ci vuole una persona che esprima valori coerenti con la sua vita. Come disse qualche anno dopo Giovanni Falcone «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continuera­nno a camminare sulle gambe di altri uomini». Sono i comportame­nti umani, dunque che confermano o smentiscon­o i valori: senza i primi resta solo l’assolutism­o astratto di un pensiero vuoto e lontano. Le definizion­i e le idee codificate sono lettera morta se non assumono sembianze umane. Il ricordo di Pertini è dunque legato a questa coerenza tra idee e azioni. Per questo — anche oggi — più che invocare giustizia, libertà e pace, abbiamo fortemente bisogno di uomini giusti, liberi e temperanti.

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Sono trascorsi trent’anni dalla scomparsa del presidente della Repubblica Sandro Pertini (24 febbraio 1990)

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