Perché Libra potrebbe avere più successo del bitcoin
L’occasione è stata, nei giorni scorsi, la presentazione all’università Iulm del libro Dal sesterzio al bitcoin curato da Angelo Miglietta e Alberto Mingardi. Occasione, per Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’italia, per evidenziare, nel suo intervento, dove potrebbe portarci in futuro la moneta. Signorini si è soffermato sul successo della moneta elettronica. E sulle iniziative, che si moltiplicano, «di strumenti di pagamento elettronici che minacciano di prendere il posto di quelli basati sul circuito finanziario tradizionale». «Non si tratta tanto di bitcoin, quanto delle cosiddette stablecoins, tra le quali il progetto Libra avanzato da Facebook. Il vantaggio di una stablecoin rispetto a istituti più tradizionali di pagamento può consistere nel legame con una rete estesa (come Facebook per Libra) che assicura una copertura globale e una base di partenza di miliardi di utenti; il costo e la lentezza degli attuali pagamenti internazionali, che lasciano ampio spazio di mercato a chi sia in grado di renderli più efficienti; la potenziale domanda di moneta stabile da parte dei cittadini di paesi con forte inflazione e/o instabilità». La «privatizzazione» della moneta è temuta da molti. Ma per Signorini il timore non è giustificato: «Si tratta di valutare i rischi, e di regolamentare e controllare di conseguenza, non di proibire».
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