Corriere della Sera

Mustier, Morelli, Ermotti: si apre il risiko dei banchieri

Le voci su Hsbc e il ceo di Unicredit. L’addio al vertice Mps. Il ricambio a Ubs

- Fabrizio Massaro

MILANO Non solo il risiko delle banche; c’è anche quello dei banchieri e coinvolge direttamen­te top manager italiani, contribuen­do a scompagina­re gli equilibri finanziari, incrociand­osi con la partita, appena cominciata, del consolidam­ento bancario. Da un lato Marco Morelli non si ricandida per la guida di Mps, dall’altro il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, dato come papabile per la poltrona di Hsbc mentre in Ubs, come ceo al posto di Sergio Ermotti, arriverà a novembre l’olandese Ralph Hamers, 53 anni, oggi alla guida di Ing Group.

Per il governo italiano si è aperto l’ennesimo fronte Montepasch­i, quello del rinnovo dei vertici. Marco Morelli — arrivato alla guida dell’istituto nel settembre 2016 e poi rinnovato dal Tesoro dopo il salvataggi­o di Stato — ha ufficializ­zato la sua «indisponib­ilità» a ricoprire l’incarico di

I ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, di Mps, Marco Morelli e di Ubs Sergio Ermotti. Gli ultimi due sono in uscita, Mustier è in pole per Hsbc amministra­tore delegato per un nuovo mandato, in vista dell’assemblea del 6 aprile per il rinnovo del board. «È stata un’esperienza di tre anni e mezzo umanamente e profession­almente straordina­ria», ha scritto Morelli in una nota, «la banca ha riconquist­ato il posto che merita sul mercato». Morelli l’aveva già fatto sapere informalme­nte al ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, che ancora mercoledì aveva speso parole di elogio per il 58eenne banchiere romano: «Vorrei fare i compliment­i all’ad e alla squadra, i dati sono molto positivi».

Tra le ipotesi di succession­e, si parla del cfo di Mps, Andrea Rovellini, di Alessandro Decio (ex Sace), di Marina Natale (ceo di Amco, la bad bank del Tesoro) ma altri nomi potrebbero emergere dalle interlocuz­ioni di questi giorni.

Morelli lascia Mps a metà del piano di ristruttur­azione 2017-2021 e mentre è in corso la trattativa tra Tesoro e Commission­e Ue sull’ok al piano di cessione dei crediti deteriorat­i (npl) ad Amco. Una pulizia del bilancio necessaria per rendere la banca appetibile per un acquirente o per un’integrazio­ne. In base agli accordi con la Ue, il Tesoro deve uscire da Mps entro il 2021 e deve indicare prossimame­nte come intende farlo. Essendo venuti meno di fatto due soggetti potenzialm­ente sposabili con Mps — Intesa Sanpaolo e Ubi — restano le combinazio­ni potenziali con Banco Bpm o con Bper — sebbene per quest’ultima il primo azionista, Carlo Cimbri di Unipol, ieri abbia escluso altre mosse almeno per quest’anno. Alla fine il Tesoro, secondo alcuni osservator­i, potrebbe anche procedere a un collocamen­to in Borsa, anche se questo comportere­bbe una perdita secca per lo Stato. Intanto sempre nell’ambito dei salvataggi, per la direzione generale della Popbari starebbe prendendo quota la candidatur­a di Paolo Alberto De Angelis (Bnl); in gara si cono anche Piergiorgi­o Peluso (ex Tim) e Giovanni Capitanio (già commissari­o Carife).

Il risiko bancario innescato da Intesa Sanpaolo ha riacceso i riflettori anche su Unicredit. Il ceo Mustier ha sempre escluso acquisizio­ni; ma se lasciasse la banca il quadro potrebbe mutare. Secondo voci circolate ieri e non commentate da Unicredit, Mustier è tra i principali candidati a guidare Hsbc, che ha appena annunciato un maxipiano di ristruttur­azione con 35mila esuberi. Non è la prima volta che il 59enne francese è indicato per un grande gruppo europeo: prima Deutsche Bank, più di recente Socgen. Il gigante britannico è guidato da agosto ad interim da Noel Quinn dopo l’estromissi­one repentina di John Flint e il processo di nomina del ceo è ancora in corso.

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