Piero Pelù: «Una canzone per fermare gli uomini violenti»
Delle squame ricoprono le braccia di Piero Pelù. Non è un nuovo tatuaggio. «Sono soltanto nella foto. Indicano che sto mutando, sto cambiando pelle: la collaborazione con un produttore come Luca Chiaravalli ha aggiunto un’anima elettronica al mio rock alla Stooges», racconta il rocker, reduce da un Sanremo che lo ha visto andare oltre previsioni. «I bookmaker mi davano più o meno negli ultimi posti. Su quel palco invece è esplosa una somma di energie che c’era da prima nei solchi di questo disco che esce adesso».
L’album si chiama «Pugili fragili» e nei momenti rock pesta pesante, anche se l’apporto dell’elettronica lo rende più compatibile con il mondo delle radio. Assieme al tour che partirà a luglio è «la festa per i 40 anni di carriera», da quell’8 marzo 1980 in cui «in un circolo Arci di Firenze mi feci un palco da solo legando assieme i tavoli della tombola». Ci sarà tempo per tornare a litigare con i Litfiba («Le discussioni con il nuovo produttore sono nulla se confrontate con quelle nella band: ho le spalle forti che potrei produrre un disco di Eros Ramazzotti») e festeggiare anche con la band i quattro decenni che scattano a dicembre.
Il pugile Pelù ne ha più prese o più date? «Vivo da sempre una vita estrema con la musica. È un ring continuo in cui cambia l’avversario: una volta è il rock morente, un’altra il mercato che cambia... devi essere pronto a incassare e attaccare». Nella vita ha incrociato i guantoni con molti, non ultimo Renzi cui ora deve 20 mila euro per averlo definito «boyscout di Licio Gelli». La risposta è un dito medio alzato e la scritta sul petto «No comment».
Alle donne vittime di violenza, è dedicata «Nata libera»: «Dobbiamo chiedere scusa per quanto noi maschi siamo incapaci di gestire i rapporti umani. Spero nascano associazioni di sostegno agli uomini che vengono lasciati e non sanno affrontare questa fase della vita in modo civile. Vanno acciuffati prima che facciano danni come quell’uomo a Sassari che ha distrutto tre vite in un giorno». Apertura e chiusura del disco sono «Pic-nic all’inferno» (uscita mesi fa, con la voce di Greta Thunberg) e «Canicola»: «L’emergenza ambientale sarà un tema del tour: ripulirò una spiaggia o il greto di un fiume a ogni tappa con l’aiuto dei volontari di Legambiente».