Principessa d’europa
Gasperini euforico «Dimostrato che il nostro calcio è da Champions»
MILANO Meravigliosamente sfacciata. L’atalanta è un concentrato di energia: ritmo, fisicità, alta intensità. Sono le chiavi, semplici ma solo all’apparenza, della trasformazione bergamasca da anatroccolo in principessa, da provinciale alla più europea delle nostre squadre. Gian Piero Gasperini, l’autore del piccolo miracolo di artigianato locale, nella notte della festa non lo nasconde: «Abbiamo dimostrato che il nostro calcio vale anche in Champions». Aggressivo, spregiudicato, moderno, fatto di pressing esasperato, recupero palla alto e di duelli, uno contro uno, in ogni zona del campo.
Così la cenerentola d’europa ha schiantato il Valencia, colmando con il coraggio e la qualità dei suoi interpreti il gap che la separava dagli spagnoli che in Champions sono arrivati a giocarsi due finali, una proprio a Milano. Forse è per questo che Gasperini non dà per scontato il ritorno, il 10 marzo nel catino del Mestalla.
«Ma sono convinto che in Spagna l’atalanta giocherà con lo stesso piglio che ha mostrato a Milano», racconta Cesare Prandelli, che i quarti di Champions li ha sfiorati con la Fiorentina ed è stato vice campione d’europa alla guida della Nazionale. Soprattutto, Bergamo è stata casa sua per sei anni da giocatori e sette da tecnico delle giovanili con due scudetti, uno con gli Allievi, l’altro con la Primavera. Ma oggi l’atalanta ha fatto un salto di qualità in avanti: «Ed è la dimostrazione che se fai le cose per bene i risultati arrivano. I nerazzurri, e lo dico con grande felicità, confermano che lavorare bene paga. Tutto parte dal manico. Quando la proprietà è sul pezzo e segue le cose da vicino, come fanno i Percassi, non bisogna meravigliarsi se la squadra è un piccolo gioiello».
Guidata con impareggiabile maestria da Gasperini, che si sta prendendo le sue belle rivincite. «C’è molto del suo allenatore nei successi atalantini», racconta un altro ex, Roberto Donadoni che, come Prandelli, per l’atalanta ha fatto il tifo davanti alla tv: «Rispetto ai tempi in cui ci giocavo io prima di andare al Milan è un’altra squadra. Ha fatto un salto in avanti, conservando però lo spirito famigliare che c’è sempre stato e che la rende inimitabile. Tradizione e modernità. Sostanza e zero apparenza», dice.
Anche mentalità. L’atalanta ha giocato con furore la prima ora di questi ottavi di Champions, attesi due mesi senza concedersi distrazioni in campionato. L’attacco, guidato dal Papu Gomez e Ilicic, è una macchina da guerra. 76 reti stagionali con 15 giocatori diversi, una specie di cooperativa del gol. L’ultimo a iscriversi, l’olandese Hateboer, sino adesso a digiuno, si è sbloccato con una doppietta dirompente nella notte più bella. «L’atalanta è una realtà della Champions e nessuno vorrà incrociarla», racconta ancora Prandelli.
L’unico neo, di una squadra bellissima, è la difesa. Nell’ultima mezz’ora i ragazzi del Gasp hanno mollato un po’ sul piano dell’attenzione, rischiando di rimettere i valenciani in partita e confermandeciso do di non essere impenetrabili davanti a Gollini: «Ma in Spagna non devono temere niente, anche perché non giocheranno per difendersi», conferma Donadoni. Non è nel dna di questo gruppo, che non deve snaturarsi al Mestalla. L’atalanta è l’orgoglio del calcio italiano e non può rinnegare se stessa proprio sul più bello, ora che il G8 d’europa l’aspetta con curiosità e una certa trepidazione.
Prandelli Quando la proprietà è sempre presente i risultati alla fine arrivano puntuali
Donadoni Rispetto ai miei tempi è un’altra squadra ma ha saputo conservare lo spirito di familiarità