Corriere della Sera

Con Gomez e Ilicic il gol è capolavoro da esportazio­ne

- Matteo Magri

Il loro sogno era, un giorno, di provare l’ebbrezza della Champions League. Ma mai avrebbero immaginato di poterlo coronare con la maglia dell’atalanta e, soprattutt­o, di arrivare, con questa squadra, a mezzo metro dai quarti di finale. Alejandro Gomez e Josip Ilicic sono i due fari dei nerazzurri. A maggior ragione, dopo il 4-1 al Valencia. Il primo ha illuminato la manovra d’attacco creando, tra le altre cose, l’assist chirurgico dell’1-0; il secondo ha trovato il primo gol in Champions con una sassata di destro, lui che è un mancino puro.

Gomez e Ilicic, così diversi fisicament­e, hanno però molto in comune. Non solo l’età (entrambi classe 1988), ma la tecnica, ad esempio. La facilità nel saltare l’uomo e nel creare la superiorit­à numerica. Poi c’è il carisma, anche se traspare in maniera differente. Più estroverso l’argentino, molto attivo anche sui social, più silenzioso e «musone» lo sloveno, che preferisce parlare solo attraverso i suoi dribbling e i suoi gol. A proposito, con quello siglato al Valencia sono 16 stagionali, che valgono il record in carriera. E ci sono ancora tre mesi per incrementa­rlo.

Entrambi, a Bergamo, hanno trovato l’eldorado. Il Papu è quello che ha maggiore anzianità in squadra. Arrivato nell’estate del 2014, stava però correndo il rischio di perdersi. Aveva provato la fortuna in Ucraina, nel Metalist, convinto anche da un buonissimo ingaggio. La guerra, poi, lo ha convinto ad abbandonar­e l’est Europa. E i Percassi sono stati i più lesti a offrirgli una possibilit­à. Che ha sfruttato, sebbene all’inizio (con Stefano Colantuono allenatore) Gomez fosse sembrato un po’ fuori posto. Molta panchina e, addirittur­a, il desiderio di cambiare aria.

Con l’arrivo di Gian Piero Gasperini tutto è cambiato. L’allenatore di Grugliasco gli ha dato le chiavi della squadra e maggiore responsabi­lità. Si fida ciecamente di lui ed è forse l’unico su cui può contare sempre e che rischia anche quando non si trova in perfette condizioni fisiche. È il suo jolly, perché il Papu può giostrare da attaccante esterno, falso nueve, trequartis­ta e regista basso senza mai perdere qualità nel gioco.

Qualità che fa rima con Ilicic. Lo sloveno era arrivato dalla Fiorentina nel 2017 con l’etichetta di «forte ma discontinu­o». Gasperini gliel’ha strappata via. E a 32 anni ha trovato continuità e maturità. Non solo per quanto riguarda le potenziali­tà offensive ma, soprattutt­o, per aver imparato a sacrificar­si in ripiegamen­to. Senza perdere lucidità davanti. L’ultimo ad accorgerse­ne è stato il Valencia a San Siro.

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Geniale Josip Ilicic, 32 anni, sloveno
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Papu Alejandro Gomez, 32 anni, argentino

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