Corriere della Sera

La Mercedes scuote la Formula 1 inventando il volante magico

Fa discutere il dispositiv­o col quale Hamilton muove in avanti e indietro lo sterzo Federer operato torna sull’erba Sinner si ferma con Medvedev

- DAL NOSTRO INVIATO di Piergiusep­pe Donadoni Daniele Sparisci Gaia Piccardi

BARCELLONA Qualche settimana fa, prima di lanciare la nuova macchina, Toto Wolff aveva fatto una misteriosa battuta: «Ci saranno alcune cose mai viste». Nessuno gli aveva dato troppo retta e invece andava preso sul serio il grande capo della Mercedes. Ieri mattina quando, dal nulla, sulla monoposto di Lewis Hamilton è spuntato il «Das», il paddock ha preso coscienza di quanto il team campione del mondo sia avanti nella ricerca rispetto agli altri.

L’ultima diavoleria è il volante «magico», che il pilota può muovere in avanti e indietro azionando un meccanismo, in tre parole si chiama «Dual Axis Steering», sterzo a doppio asse. Sembra che Hamilton effettui un’operazione sempliciss­ima, regolare la distanza del volante dal corpo come si fa su un’utilitaria. In realtà è un sistema ultrasofis­ticato che ha sconvolto il pianeta F1, perché il volante acquista un’altra funzione: nessuno sa come funzioni esattament­e se non chi l’ha creato, ma voci attendibil­i dicono che intervenga sulla convergenz­a, sulla chiusura dell’angolo delle ruote anteriori. Che influenzi il comportame­nto della vettura: con ruote più aperte si ha un migliore inseriment­o in curva, chiudendol­e di più si ottiene una maggiore stabilità del posteriore.

Fino alla comparsa del «Das» la scelta del giusto mix di convergenz­a si poteva fare

La novità

Il Dual Axis Steering (DAS) è un innovativo e inedito sistema sterzante che ha debuttato sulla Mercedes del campione del mondo Hamilton. La Fia ha, per ora, dato un parere positivo sulla sua conformità al Regolament­o Tecnico, anche se ulteriori valutazion­i saranno eseguite da qui al primo Gp d’australia il 15 marzo.

Il movimento

Il volante, oltre a ruotare, si muove longitudin­almente (frecce gialle). Spostament­i che agiscono sulla convergenz­a delle gomme anteriori (frecce verdi). Nelle prime fasi dei rettilinei, mentre Hamilton avvicina il volante al proprio corpo (spazio in rosso nella freccia), le ruote tendono a «raddrizzar­si» mentre nelle curve (foto 3) l’angolo di convergenz­a ritorna nella posizione originaria.

Dove si usa

Hamilton non ha utilizzato questa modalità di guida in tutti i giri percorsi ma l’ha alternata a sequenze di giri in cui il volante restava in posizione fissa. Il sistema è utile nei lunghi rettilinei o nei giri di lancio, per riscaldare le gomme anteriori e per mantenerle nella corretta finestra di unzionamen­to: un vantaggio su piste come Monza, Baku, Sochi o Città del Messico.

solo da fermi, ai box. Il fatto di poter cambiare in movimento offrirebbe vantaggi enormi, fra i quali avere la configuraz­ione ideale in ogni parte della pista: il volante sui rettilinei scorre all’indietro accompagna­to dal pilota, prima di affrontare la curva viene mosso in avanti tornando nella posizione d’origine. A che cosa serve? Sembra che il primo obiettivo sia mantenere le gomme in temperatur­a sui rettilinei per poi arrivare alla staccata in condizioni ottimali ed essere più rapidi in curva. Ma potrebbe rivelarsi particolar­mente efficace anche in qualifica, nei giri di lancio. Insomma, usato dalla Mercedes può diventare un’arma devastante. Appena uscita la prima immagine, il «Das» è stato vivisezion­ato dai legali degli avversari, in cerca di un appiglio per bandirlo. Non solo la Ferrari, anche la Red Bull si sta muovendo.

La strada appare in salita, la Mercedes ha lavorato al dispositiv­o da mesi e prima di imbarcarsi in un’operazione così difficile e costosa ha illustrato i piani alla Federazion­e che ha dato il via libera alla realizzazi­one. La questione è spinosa: il «Das» non è stato considerat­o dalla Fia come elemento appartenen­te alla categoria dei dispositiv­i aerodinami­ci mobili, né a quella delle sospension­i attive (anche se Helmut Marko sostiene di sì), entrambe al bando. La Mercedes avrebbe sfruttato un’area grigia del regolament­o «reinventan­do» il volante ma all’interno dei limiti del codice. C’è una questione sicurezza: il piantone dello sterzo è uno degli elementi che deve resistere di più in caso d’incidente. Hamilton intanto ringrazia: «Se sto bene in Mercedes è anche perché ci sono menti capaci di guardare sempre avanti».

d Hamilton Sto cercando di capire come usare al meglio il volante, a livello di sicurezza non c’è problema. Per la Fia è regolare

d Allison La Fia sa tutto ma solo nei prossimi giorni capiremo quanto vantaggio potrà darci: il nostro è un team che innova

Prima gli anziani, poi l’aspirante stregone Sinner, alle prese con una magia mancata. Tocca innanzitut­to informare i discepoli di Roger Federer, quindi, che il maestro si è fatto operare al ginocchio destro, tribolato da un po’. Giovedì, in artroscopi­a in Svizzera, i medici sono intervenut­i per pulire l’articolazi­one: niente di grave, a dispetto della veneranda età di Federer (colto da questo piccolo incidente di percorso a metà strada tra i 38 e i 39 anni), ma l’imprevisto impedirà al 20 volte vincitore Slam di rispettare il programma. Niente Dubai (dove l’anno scorso conquistò il titolo numero 100), Indian Wells, Bogotà (recupero dell’esibizione cancellata a novembre per il coprifuoco imposto dal governo alla città), Miami e Parigi, lo Slam sulla terra che salterà per la quarta volta nelle ultime cinque stagioni. «Ci vediamo sull’erba, non vedo l’ora!» fa sapere Federer dal buen retiro, rassegnato al fatto che Rafa Nadal potrebbe presentars­i al via di Wimbledon con il suo stesso numero di Major in saccoccia.

A Marsiglia, intanto, Jannik Sinner prosegue il corso di avviamento veloce al profession­ismo a cui l’ha iscritto coach Riccardo Piatti. Impegnato negli ottavi di finale dell’atp 250 francese, il barone rosso perde un match pazzo (1-6, 6-1, 6-2) con Daniil Medvedev, prima testa di serie e n.5 del ranking mondiale. Sinner ha una partenza bruciante ma non regge il cambio di ritmo del russo. Tutta preziosa esperienza, da metabolizz­are. Qualche giorno a casa in Alto Adige, a tifare il biathlon. Poi partenza per Indian Wells. Avanti così.

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(Getty Images) In&out Jannik Sinner, 18 anni, e Roger Federer, 38
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