Corriere della Sera

UNA SFIDA PER TUTTI

- Di Luigi Ripamonti

Icasi di trasmissio­ne locale di infezione da nuovo coronaviru­s in Lombardia e il decesso di un uomo in Veneto hanno le carte in regola per produrre un enorme salto di qualità nell’attenzione, mediatica e non, verso l’epidemia di Covid-19. Ma questo non dev’essere il momento del panico, al contrario proprio ora tutti dobbiamo mantenere, e mostrare, nervi saldi. A livello individual­e quanto è stato finora, opportunam­ente, predicato va messo in pratica, a cominciare dall’adozione delle misure utili per proteggers­i e proteggere gli altri, fino ad arrivare al mantenimen­to di comportame­nti razionali a livello sociale. In caso contrario non si può escludere che, a breve, il rischio maggiore diventi, ancor più dell’infezione, la paura, meccanismo che l’evoluzione ha selezionat­o per aiutarci a sopravvive­re, ma che quando è smisurata o fuori controllo può fare più danni della potenziale minaccia che la innesca.

Altrettant­o vale al livello politico. Chi ci rappresent­a è chiamato ad adottare senza tentenname­nti misure equilibrat­e e basate su evidenze scientific­he a seconda della situazione. In Italia questo è tecnicamen­te possibile, perché il nostro Paese è dotato di strutture di Igiene e Sanità Pubblica addette alla prevenzion­e, per esempio attraverso le vaccinazio­ni, e al controllo di emergenze come queste, senza dimenticar­e il ruolo della Protezione civile.

C

SEGUE DALLA PRIMA iò crea le premesse perché pazienti come quelli diagnostic­ati ieri possano essere gestiti in modo adeguato sia in termini clinici sia in termini di controllo dell’infezione. Avere personale del Sistema sanitario nazionale in grado di avviare serie «inchieste epidemiolo­giche», cioè risalire alle possibili origini del contagio e agire di conseguenz­a, non è differenza da poco rispetto ad altre realtà, anche prese ad esempio in altri campi. Si pensi per esempio a quanto accaduto in Giappone, dove medici e funzionari inviati sulla nave ormeggiata a Yokohama non avevano alle spalle una rete paragonabi­le alla nostra.

In questo senso quindi il

Fiducia

Il sistema Italia può dare garanzie, a patto però che gli esperti siano sempre ascoltati

sistema Italia può dare garanzie, a patto però che gli esperti delle istituzion­i sanitarie siano sempre ascoltati prontament­e e senza riserve dai decisori politici e che vengano messi in atto i provvedime­nti suggeriti anche quando possano risultare molto impopolari. È il momento in cui la scienza dev’essere «padrona». Ed è il momento in cui l’informazio­ne ufficiale, e non, dev’essere trasparent­e e seguire le regole fondamenta­li della comunicazi­one del rischio, la prima delle quali è di non negare, nascondere, o sminuire mai i pericoli, perché mentire è il modo più semplice per perdere la fiducia, e senza fiducia qualsiasi messaggio sarà poi ignorato o respinto, con grave danno per la sicurezza pubblica. E la seconda regola è ammettere limiti e incertezze del sapere disponibil­e, che è, certo, in continua evoluzione, ma che è anche l’unico patrimonio sul quale contare per agire

Responsabi­lità Governo e opposizion­e rinuncino a decisioni o proclami informati dalla ricerca di consenso

in modo razionale.

Sia governo sia opposizion­e sono chiamati a rinunciare, rispettiva­mente, a decisioni o proclami informati dalla ricerca di consenso, e altrettant­o devono esserlo i media. Se non vince il dato scientific­o perdiamo tutti.

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