UNA SFIDA PER TUTTI
Icasi di trasmissione locale di infezione da nuovo coronavirus in Lombardia e il decesso di un uomo in Veneto hanno le carte in regola per produrre un enorme salto di qualità nell’attenzione, mediatica e non, verso l’epidemia di Covid-19. Ma questo non dev’essere il momento del panico, al contrario proprio ora tutti dobbiamo mantenere, e mostrare, nervi saldi. A livello individuale quanto è stato finora, opportunamente, predicato va messo in pratica, a cominciare dall’adozione delle misure utili per proteggersi e proteggere gli altri, fino ad arrivare al mantenimento di comportamenti razionali a livello sociale. In caso contrario non si può escludere che, a breve, il rischio maggiore diventi, ancor più dell’infezione, la paura, meccanismo che l’evoluzione ha selezionato per aiutarci a sopravvivere, ma che quando è smisurata o fuori controllo può fare più danni della potenziale minaccia che la innesca.
Altrettanto vale al livello politico. Chi ci rappresenta è chiamato ad adottare senza tentennamenti misure equilibrate e basate su evidenze scientifiche a seconda della situazione. In Italia questo è tecnicamente possibile, perché il nostro Paese è dotato di strutture di Igiene e Sanità Pubblica addette alla prevenzione, per esempio attraverso le vaccinazioni, e al controllo di emergenze come queste, senza dimenticare il ruolo della Protezione civile.
C
SEGUE DALLA PRIMA iò crea le premesse perché pazienti come quelli diagnosticati ieri possano essere gestiti in modo adeguato sia in termini clinici sia in termini di controllo dell’infezione. Avere personale del Sistema sanitario nazionale in grado di avviare serie «inchieste epidemiologiche», cioè risalire alle possibili origini del contagio e agire di conseguenza, non è differenza da poco rispetto ad altre realtà, anche prese ad esempio in altri campi. Si pensi per esempio a quanto accaduto in Giappone, dove medici e funzionari inviati sulla nave ormeggiata a Yokohama non avevano alle spalle una rete paragonabile alla nostra.
In questo senso quindi il
Fiducia
Il sistema Italia può dare garanzie, a patto però che gli esperti siano sempre ascoltati
sistema Italia può dare garanzie, a patto però che gli esperti delle istituzioni sanitarie siano sempre ascoltati prontamente e senza riserve dai decisori politici e che vengano messi in atto i provvedimenti suggeriti anche quando possano risultare molto impopolari. È il momento in cui la scienza dev’essere «padrona». Ed è il momento in cui l’informazione ufficiale, e non, dev’essere trasparente e seguire le regole fondamentali della comunicazione del rischio, la prima delle quali è di non negare, nascondere, o sminuire mai i pericoli, perché mentire è il modo più semplice per perdere la fiducia, e senza fiducia qualsiasi messaggio sarà poi ignorato o respinto, con grave danno per la sicurezza pubblica. E la seconda regola è ammettere limiti e incertezze del sapere disponibile, che è, certo, in continua evoluzione, ma che è anche l’unico patrimonio sul quale contare per agire
Responsabilità Governo e opposizione rinuncino a decisioni o proclami informati dalla ricerca di consenso
in modo razionale.
Sia governo sia opposizione sono chiamati a rinunciare, rispettivamente, a decisioni o proclami informati dalla ricerca di consenso, e altrettanto devono esserlo i media. Se non vince il dato scientifico perdiamo tutti.