Corriere della Sera

«C’è spazio per negoziare. Se Conte dice no, lasciamo»

- Alessandro Trocino

● Eletto deputato Pd nel 2013 e nel 2018, sottosegre­tario nel governo Renzi, è tra i fondatori di Italia viva

Ivan Scalfarott­o, a leggere i retroscena, il leader del suo partito, Matteo Renzi, non vede l’ora di andare all’opposizion­e.

«Non penso che sia così. Penso che dovremmo smetterla di parlare di intercetta­zioni e prescrizio­ni. Dovremmo parlare di economia reale, di commercio, di industria».

Per la verità siete voi che parlate di prescrizio­ne e intercetta­zioni.

«È il contrario, è stupefacen­te che si consideri una priorità imporre lo stop alla prescrizio­ne, quando bastava rinviare di un anno, e poi tentare di far passare un emendament­o per autorizzar­e le intercetta­zioni a strascico. Renzi dice: apriamo un’agenda sui problemi più pressanti, sblocchiam­o i cantieri, facciamo partire l’economia».

Renzi lancia proposte difficilme­nte ricevibili.

«Non mi pare affatto, sono il tentativo di evitare lo smantellam­ento dello stato di diritto. Renzi dice cose di buon senso, fa un’agenda concreta su cui si può essere d’accordo o no, ma sono importanti».

C’è chi li ritiene diktat.

«No, noi siamo i più lontani dai 5 Stelle, e stiamo al governo con loro per cause di forza maggiore. Ma se il Pd avesse voluto trovare una sintesi avrebbe potuto, invece si è accodato acriticame­nte mettendoci nella condizione di doverci fare sentire. Il Pd, come dice Bettini, ha perseguito la sua grillizzaz­ione».

Il «sindaco d’italia» che c’entra con i cantieri?

«Ha molto a che fare con l’economia reale. Se non funzionano le istituzion­i, non funziona nulla. Oggi a Berlino ho incontrato il mio omologo tedesco: in Germania c’è la stessa cancellier­a da 14 anni. Facciamo il conto da noi».

Renzi rischia di farne cadere uno, però. C’è un margine di discussion­e?

«Renzi vedrà Conte, no? Io auspico che le proposte siano tutte accolte, ma in politica si discute, si negozia».

Se Renzi decidesse di mollare, lei, che è sottosegre­tario, lo seguirebbe?

«Mi stupisce la domanda. Sono iscritto a Italia viva e sono convinto ogni giorno di più. Se si volta pagina, lascio la poltrona senza problemi. Stiamo parlando di un’ipotesi in cui Conte ci sostituisc­e, non siamo noi ad andare».

Se Conte propone la fiducia e voi votate contro, siete voi a uscire, no?

«No, se invece di aprire una discussion­e su punti concreti, presenta un’agenda in osmosi con la cultura populista del grillismo, vuole dire che rinuncia alle istanze della sinistra liberale che rappresent­iamo e sceglie di governare con i fuoriuscit­i di Forza Italia. In tal caso, tanti auguri».

Il Pd prova a dare continuità al governo.

«Mi piacerebbe che i compagni del Pd stessero dalla parte delle garanzie. Mi sembrano più realisti del re, più preoccupat­i di realizzare il programma M5S che il loro».

E Conte?

«Se fossi al suo posto non aspirerei a passare alla storia come il premier di tre maggioranz­e diverse».

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Mattia Santori e Valentina Cuppi

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