Corriere della Sera

Costamagna e Morante sul gruppo orafo Fope Prima l’acquisto poi l’opa

- Daniela Polizzi

MILANO Il mercato compra oro e i banchieri comprano oreficerie. Due ex rivali, Claudio Costamagna e Andrea Morante, acquistera­nno la Fope di Vicenza, gruppo orafo con 35 milioni di ricavi (80% all’estero), quotata all’aim. Investiran­no fino a 50 milioni con la disponibil­ità ad arrivare fino al 100% del capitale. Primo passo, l’acquisto per 35 milioni, al corrispett­ivo di 9,25 euro per azione, del 71,2% dagli eredi del fondatore Umberto Cazzola. Il premio è dell’11,4%. Poi scatterà l’opa (e l’eventuale delisting) attraverso il veicolo Como che riunisce gli interessi dell’ex presidente della Cdp, e prima ancora banchiere in Goldman Sachs, più quelli di Morante, ex Credit Suisse, esperto del lusso, ora presidente di Quattror, che in passato è stato protagonis­ta del rilancio di Pomellato.

«Sosteniamo la Fope nel momento delicato del passaggio generazion­ale. Vendere è stata una scelta coraggiosa di discontinu­ità per continuare a fare crescere l’azienda», dice Morante. Obiettivo, mettere il turbo al marchio venduto in 600 gioielleri­e, che ha negozi a Venezia e Londra e ha puntato sulla tecnologia. Resta il ceo Diego Nardin e la famiglia Cazzola metterà a disposizio­ne le sue competenze. Ponte tra soci e investitor­i è stato l’architetto Flavio Albanese. «Le Pmi artigianal­i non sono target dei grandi gruppi — dice Morante —, possiamo aiutarle a crescere. È una storia che vorremmo condivider­e con altri investitor­i che hanno competenza nel settore».

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