Il Napoli si sveglia nella ripresa, Brescia verso la B
Insigne e Fabian Ruiz ribaltano il gol di Chancellor, la squadra di Gattuso rivede l’europa
Cinque minuti. Tanto, o meglio poco, ci mette un Napoli double face a ribaltare il solito Brescia che prima s’illude e poi regolarmente delude. Sotto di un gol all’intervallo, gran colpo di testa di Chancellor, la squadra di Gattuso rimonta poi a inizio ripresa, con un uno-due tremendo: rigore di Insigne, gioiello di Fabian Ruiz. Sesta vittoria nelle ultime 7 partite, Coppa Italia inclusa: il Napoli non incanterà, forse non è davvero ancora fuori dal suo tunnel, ma di certo è partito col piede giusto per lo sprint verità. Martedì la notte stellata
Brescia Napoli
di Champions col Barcellona, poi il Toro in campionato quindi l’inter in Coppa Italia, tutte e tre al San Paolo: 9 giorni di fuoco.
Vittoria sofferta ma nel complesso meritata, al Rigamonti. Il piano di Lopez è chiaro: due linee strette, centrocampo rinforzato e Zmhral a uomo su Demme, con la speranza di bloccare le iniziative del Napoli. Che però impiega un minuto per confezionare la prima occasione, con Mertens che scheggia la traversa. Dopo l’avvio incoraggiante il Napoli smette però di creare, trotterellando con un inutile e ansiogeno possesso palla attorno all’area del Brescia,
che al 26’ passa a sorpresa ma non immeritatamente: corner di Tonali e possente colpo di testa vincente di Chancellor, il gigante venezuelano giunto già alla sua terza segnatura. Male Manolas nell’occasione.
Un altro Napoli nella ripresa. A svegliarlo è un insensato fallo di mano di Mateju in area. Rigore che Insigne non fallisce. La partita svolta lì. Il Napoli la riacchiappa e nel giro di 5 minuti la ribalta, stavolta con un gran sinistro a giro di Fabian Ruiz che finisce all’incrocio. Un capolavoro. Balotelli poi si mangia il pari, davanti alla porta, un errore inaccettabile per un attaccante che punterebbe all’europeo. Giusto lasciarlo a casa. Il Napoli resiste. Gattuso festeggia. Il Brescia invece non vince da 10 partite. E ora si fa durissima. www.corriere.it