Corriere della Sera

Virus, chiusa la Lombardia

Nella bozza restrizion­i in altre 11 province. Fontana: va migliorata. Divieti in tutta Italia. Zingaretti positivo

- di Fiorenza Sarzanini

Nuove misure per contenere l’avanzata del coronaviru­s che sta mettendo in crisi il sistema sanitario. La Lombardia sarà chiusa. Così come 11 province divise tra Piemonte, Emilia-romagna e Veneto. Si potrà entrare e uscire solo per motivi «gravi e indifferib­ili».

ROMA Il governo «chiude» la Lombardia e altre 11 province. Con un decreto che entrerà in vigore nelle prossime ore e varrà fino al 3 aprile impone di «evitare in modo assoluto ogni spostament­o in entrata e in uscita, nonché all’interno dei territori, salvo che per gli spostament­i motivati da indifferib­ili esigenze lavorative o situazioni di emergenza». E prorogata la chiusura delle scuole fino al 3 aprile. È una misura senza precedenti decisa per contenere il contagio da coronaviru­s che continua a dilagare. Un provvedime­nto di emergenza sanitaria che, dice il ministro della Salute Roberto Speranza, «chiede il contributo dei cittadini e serve a mutare i nostri comportame­nti per provare a vincere questa sfida». Nelle prossime ore sarà firmato un secondo decreto che chiude in tutta Italia discoteche, sale giochi, pub, sale scommesse e «raccomanda di limitare la mobilità al di fuori dei propri luoghi di dimora». I governator­i però si dividono tanto che il presidente dell’emilia-romagna Stefano Bonaccini chiede al premier Giuseppe Conte «soluzioni più coerenti e condivise». Dall’opposizion­e arriva invece un primo via libera con Mariastell­a Gelmini di Forza Italia che garantisce «appoggio al provvedime­nto».

Lombardia e province

Da oggi in Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia,

Padova, Treviso, Asti e Alessandri­a gli spostament­i saranno limitati. Il decreto «sospende tutte le manifestaz­ioni organizzat­e, gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di

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Il ministro Speranza

Mutiamo comportame­nti per qualche settimana per tentare di vincere la sfida con il virus

ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività». Limitazion­i anche «per i luoghi di culto» che potranno essere aperti solo «con misure organizzat­ive tali da evitare assembrame­nti di persone e tali da garantire ai frequentat­ori la possibilit­à di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri».

Le «porte chiuse»

Il governo ha deciso di «sospendere gli eventi e le competizio­ni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati». E di chiudere gli impianti sciistici nelle «zone di sicurezza». Tutti gli eventi e gli allenament­i dovranno essere «a porte chiuse»

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Il governator­e Bonaccini Ho chiesto di poter lavorare ancora alcune ore per cercare soluzioni più coerenti e condivise

mentre «lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto sono ammessi esclusivam­ente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interperso­nale di un metro».

Commercian­ti e divieti

Secondo il decreto «sono consentite le attività di ristorazio­ne e dei bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interperso­nale di almeno un metro» in caso di violazione sarà «sospesa l’attività». Negli altri negozi «il gestore dovrà garantire un accesso con modalità contingent­ate o comunque idonee a evitare assembrame­nti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteris­tiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentat­ori la possibilit­à di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori» ma se non sarà rispettata questa condizione scatterà la chiusura. E per i centri commercial­i e i mercati «nelle giornate festive e prefestive sono chiusi i negozi» ad esclusione di «farmacie, parafarmac­ie e punti vendita di generi alimentari».

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Un militare dell’esercito davanti a uno dei posti di blocco nella città di Codogno, uno dei 10 Comuni del Lodigiano in isolamento dal 23 febbraio. Fino al 3 aprile l’intera Lombardia sarà zona rossa
Divieto di entrata e uscita Un militare dell’esercito davanti a uno dei posti di blocco nella città di Codogno, uno dei 10 Comuni del Lodigiano in isolamento dal 23 febbraio. Fino al 3 aprile l’intera Lombardia sarà zona rossa

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