Corriere della Sera

Quei renitenti all’isolamento che somigliano ai «no vax»

- Di Antonio Polito

Vista dalla movida, l’emergenza non si vede. A Brera a Milano o a Monti a Roma, assembrame­nti giovanili non sono mancati nel weekend; in pub e bar, con un bicchiere in mano, non si può stare a un metro di distanza. Forse è il caso di ricordare che l’alcol non è un disinfetta­nte. Le famiglie, ovviamente allo stremo, organizzan­o lo sharing dei figli, per dividersi i compiti di sorveglian­za e di aiuto nell’e-learning, un via vai di ragazzi di casa in casa. Ma allora che abbiamo chiuso a fare le scuole, se poi si ricrea la promiscuit­à? Quando rifiuti la mano a un conoscente, o chiedi a qualcuno di stare a un metro di distanza, ricevi sguardi di disapprova­zione, come se fosse un’offesa ai suoi standard igienici. Questa storia della renitenza all’isolamento è un po’ come quella dei vaccini: se non credete che protegga voi dal contagio, pensate che il contagio potreste essere voi.

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