Corriere della Sera

Dal Salvador alla Micronesia frontiere chiuse per gli italiani

Si moltiplica­no i divieti d’ingresso o i controlli obbligati (anche al Brennero) per chi parte dal nostro Paese Ma gran parte d’europa resta aperta, compresa Parigi

- Alessio Ribaudo Marta Serafini

Ormai è più veloce contare quali sono gli Stati che fanno entrare gli italiani senza alcun tipo di restrizion­i che il contrario. Il colpo d’occhio è chiaro: i Paesi dove potremmo ancora — teoricamen­te — viaggiare sono rimasti davvero pochi. Tra questi, a esempio, il Belgio, l’olanda, la Francia. Ma anche il Guatemala, il Pakistan o il Ruanda. Per il resto, l’elenco dei governi che hanno deciso di vietarci l’ingresso si allunga di ora in ora, in parallelo al crescere del numero dei contagi.

Alcune compagnie aeree hanno sospeso i voli in arrivo e in partenza dall’italia. Tra queste, American Airlines che dal primo marzo ha cancellato tutti i voli di collegamen­to con Milano fino al 24 aprile. E bloccati sono anche i collegamen­ti charter per Capo Verde o quelli diretti su Mombasa da Verona e Milano.

Di volta in volta le misure cambiano. Per esempio, ultime in ordine di tempo, le Maldive che bloccano del tutto gli italiani andandosi ad aggiungere a Giordania, Libano, Arabia Saudita, Bahrain, Oman, El Salvador, Mauritius, Turkmenist­an, Mongolia, Iraq, Giamaica, Trinidad, Antigua, Kuwait, Madagascar, Angola, Nauru, Isole Salomone, Isole Marshall, Isole Figi e Seychelles. In particolar­e, l’arabia Saudita ha chiuso anche ai fedeli musulmani provenient­i dal nostro Paese che vogliono compiere il pellegrina­ggio alla Mecca. C’è chi poi impone quarantene preventive all’arrivo per chi proviene dagli Stati più a rischio (tra cui l’italia) come Taiwan, Sri

Lanka, Eritrea, Ciad, Tagikistan, Kazakistan, Kirghizist­an, Zambia, Vietnam, Panama, Grenada e Saint Lucia. O chi — come la Gran Bretagna — chiede a ai viaggiator­i provenient­i dalle zone rosse di isolarsi in casa e contattare il servizio sanitario anche in mancanza di sintomi. Per chi arriva dall’italia ma non da zone rosse — «A partire da una linea immaginari­a sopra e non includendo Pisa, Firenze e Rimini», come precisa il sito della Farnesina — il governo britannico chiede di isolarsi «laddove compaiano i sintomi e di contattare le autorità sanitarie».

Dispacci, avvisi, email, alert: per le stesse ambasciate e per le compagnie aeree stare al passo è complicato. In questo quadro ci sono poi Stati che hanno annunciato la sospension­e dei visti, in testa l’india, e c’è chi — come la Turchia — ha bloccato i voli in partenza e in arrivo dall’italia rendendo molto difficile i collegamen­ti con i Paesi africani e mediorient­ali. E se fin qui di fatto erano i collegamen­ti aerei ad essere stati interessat­i, da domani sono attese restrizion­i anche via terra con l’austria con controlli a campione alle frontiere del Brennero e di Tarvisio, con verifica della temperatur­a per coloro che provengono da Lombardia e Veneto. Stesso discorso per i collegamen­ti in autobus per la Repubblica ceca. Inoltre da monitorare i casi degli italiani a bordo di due navi da crociera cui è stato negato l’attracco rispettiva­mente a Penang, in Malesia, e a San Francisco.

Prima di mettersi in viaggio fondamenta­le è consultare www.viaggiares­icuri.it e scaricare l’applicazio­ne sul proprio smartphone in modo da ricevere gli aggiorname­nti in tempo reale. Intanto l’ente nazionale per l’aviazione civile ricorda che, dal 2 marzo, è in vigore il decreto che disciplina i «rimborsi titoli di viaggio e pacchetti turistici» e sul suo portale riporta tutte le casistiche. Un altro grande rompicapo in cui districars­i.

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