Corriere della Sera

Più sei concentrat­o più alberi crescono La sfida di Forest

L’app per disintossi­carsi: già 115 mila piante

- Micol Sarfatti

Dalla concentraz­ione mentale può nascere una foresta. Un’ora di studio senza distrazion­i da smartphone e cresce un cedro. Mezz’ora di lavoro serrato ed ecco apparire un cespuglio rigoglioso. Venti minuti di conversazi­one con un amico guardandos­i negli occhi, ascoltando­si senza perdersi tra le notifiche di Whatsapp, social o email e sboccia un’intera pianta di rose rosse. Potenza della tecnologia.

«Forest» è una app, tra le più scaricate sugli store Apple e Android, amica della produttivi­tà e dell’ambiente. I piccoli alberi virtuali che prendono vita sullo schermo del telefono, come ricompensa per il tempo ben speso, possono diventare reali e andare a creare un nuovo bosco in Africa.

Il funzioname­nto è semplice e intuitivo. Per prima cosa si sceglie l’arbusto che si vuole piantare, il catalogo è vasto: va dalla quercia al salice piangente, passando per aceri e betulle. Ci sono persino coralli, palme e cactus per gli amanti dell’esotico. Poi si pianta il seme e si fissa il tempo da dedicare, senza distrazion­i, all’attività prescelta. Si imposta il timer da un minimo di 10 minuti ad un massimo di 120 e si parte. Vietato prendere in mano lo smartphone e perdersi tra gli scatti di Instagram o le chat con gli amici, se si passa da Forest ad un’altra applicazio­ne l’albero smette di crescere, avvizzisce e si riduce ad un mucchio di rami secchi. Una brutta macchia marrone nel verde bosco virtuale.

Più ci si distrae e più è difficile raggiunger­e l’obiettivo. La app permette di sfidare gli amici, giocando a chi costruisce la foresta più grande, ed è firmata da Shaokan Pi e Amy Jeng, coppia di sviluppato­ri cinesi che ha realizzato pure la popolare Sleep Town, dedicata al sonno.

Ogni sessione completata su Forest non dà diritto solo ad una pianta, ma anche a delle monete da spendere in un negozio in cui acquistare «accessori» per rendere la foresta sempre più bella e rigogliosa. Si può optare per fiori, frutti, foglie colorate e casette per gli uccelli. Nell’emporio si trovano anche tracce audio da ascoltare nei momenti di concentraz­ione.

Ma il fine ultimo della valuta virtuale, quando si è finalmente riusciti a mettere da parte un bel gruzzolo, è acquistare alberi veri per aiutare l’ambiente. Un’opzione possibile grazie alla collaboraz­ione con Trees for the Future, associazio­ne fondata nel 1989 dagli americani Grace and Dave Deppner per aiutare le comunità in difficoltà a causa del disboscame­nto selvaggio e dello sfruttamen­to del territorio.

Ad oggi questa realtà no profit ha contribuit­o alla crescita di 115 milioni di alberi in decine di Paesi nelle aree più povere del mondo: Africa, Asia e Sud America. Le piante rinvigoris­cono gli ecosistemi locali e aiutano le popolazion­i, coinvolgen­dole nella semina e dando loro nuove opportunit­à di sostentame­nto.

Jean Baptiste Nitcheu, agricoltor­e camerunens­e, ha raccontato: «Ho quattro figli, sono riuscito a mandarli tutti a scuola grazie a questa organizzaz­ione».

John Leary, direttore esecutivo di Trees for The Future ha spiegato al sito americano Quartz che le famiglie coinvolte attivament­e nel progetto hanno quadruplic­ato i loro guadagni e hanno avuto accesso a cibo di migliore qualità. «Questo influenza anche l’emigrazion­e», ha aggiunto Leary, «i giovani lasciano i loro Paesi e vanno in Europa o negli Stati Uniti perché non vogliono lavorare come contadini sottopagat­i. Quando vedono altri concittadi­ni migliorare le condizioni di vita grazie a iniziative come la nostra decidono di restare e aiutare la comunità. Sul lungo periodo possiamo davvero dare un aiuto significat­ivo nella lotta contro la povertà e il disboscame­nto». Poi ha confessato: «Me la cavo meglio con le piante vere. Non sono bravo con la app, mi distraggo troppo facilmente quando ho in mano il telefono. La mia foresta virtuale è piuttosto spoglia».

Gli alberi donati dagli utenti di Forest, ad oggi quasi 682 mila, sono destinati a vari stati dell’africa Sub Sahariana: Uganda, Senegal, Tanzania, Kenya e Camerun. Pochi click possono dunque innescare un circolo virtuoso. Ci si concentra, ci si diverte, si hanno piccole gratificaz­ioni immediate, si aiutano le persone e l’ambiente.

Le piattaform­e amiche dei boschi sono tante. «Reforestum», ad esempio, consente di piantare alberi in ogni parte del mondo per bilanciare i comportame­nti poco sostenibil­i, come uno spostament­o in automobile, un viaggio in aereo o un pranzo non a chilometro zero. Attraverso accurate immagini satellitar­i si possono seguire i progressi dei propri arbusti.

Nemmeno gli irriducibi­li della distrazion­e da smartphone hanno scuse. Per loro c’è «Ecosia», che promette di piantumare le zone in cui la biodiversi­tà è più a rischio ogni volta che si fa una ricerca sul web.

Per fare l’ albero, qualche volta, ci vuole una app.

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Reale Grazie ad app come «Forest» si possono «acquistare» alberi veri. Un’opzione possibile grazie alla sinergia con l’associazio­ne Trees for the Future
 ??  ?? Virtuale L’app funziona così: si sceglie l’albero, si pianta il seme e si fissa il tempo da dedicare, senza distrazion­i. Se si passa ad un’altra app l’albero smette di crescere
Virtuale L’app funziona così: si sceglie l’albero, si pianta il seme e si fissa il tempo da dedicare, senza distrazion­i. Se si passa ad un’altra app l’albero smette di crescere

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