Corriere della Sera

«Patto europeo sulla plastica l’industria vuole regole chiare»

Ciotti (Corepla): si rischia una giungla di norme diverse per ogni Paese

- di Francesca Basso

MILANO «Ogni azione che aumenti l’economia circolare è la benvenuta. Ma l’industria ha bisogno di indicazion­i chiare e nel Patto europeo per la plastica non ce ne sono». Antonello Ciotti è il presidente di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, costituito nel novembre del 1997 e di cui fanno parte circa 2.589 imprese dell’intera filiera. Venerdì l’italia è entrata a far parte del Patto europeo della plastica, raggiungen­do altri 10 governi e più di cinquanta imprese e organizzaz­ioni di settore per rafforzare la cooperazio­ne sul piano giuridico e tecnologic­o sul riuso e riciclo delle plastiche. Una coalizione di soggetti pubblici e privati attivi nella lotta all’inquinamen­to legato alla plastica che assumono impegni, di natura volontaria, ma quantifica­bili ed estremamen­te ambiziosi rispetto a quanto già contenuto nelle norme Ue.

Perché questo Patto non la convince?

«Ci lascia un po’ interdetti perché leggendolo attentamen­te non c’è alcuna spinta alla riduzione del ricorso alle discariche e sembra favorire l’azione autonoma di Stati e aziende, una fuga in avanti che fa saltare l’armonizzaz­ione delle norme europee e rischia di creare una frattura tra i Paesi più avanzati e quelli più indietro. Si parla di Paesi front runner, il rischio è una giungla di disposizio­ni e richieste che cambiano da un Paese all’altro».

L’unione europea è però già in prima linea per la riduzione delle discariche. Non è un atteggiame­nto ormai acquisito?

«Ci sono Paesi come la Germania che non portano più nulla in discarica e altri nell’est Europa in cui il tasso di conferimen­to è superiore all’80%. Dietro all’armonizzaz­ione si gioca anche una competitiv­ità economica. L’italia fa parte di quegli Stati che devono ancora migliorare la raccolta e ridurre le discariche (nel 2018 la Ue ha aperto una procedura d’infrazione per la mancata bonifica o chiusura di 41 discariche, ndr). Comunque siamo migliorati. Tutti ricordano le criticità della Campania e di Napoli, ora con la collaboraz­ione delle amministra­zioni locali e dei cittadini è stato raggiunto il livello della Lombardia per chilo di imballaggi di plastica raccolti per abitante».

Però la plastica è uno degli inquinanti maggiori ad esempio dei mari. C’è un problema di sostenibil­ità.

«Sulla sostenibil­ità è necessario che l’europa si muova con una velocità condivisa. Ma soprattutt­o bisogna arrivare a una definizion­e scientific­a, fissare le caratteris­tiche tecniche per definire un imballaggi­o sostenibil­e in base alla sua vita complessiv­a. Altrimenti la risposta più semplice è “riduciamo il consumo di plastica”. Ma è una risposta ideologica».

Un esempio?

«Un piatto di plastica — di quelli monouso banditi dalla Ue — è riciclabil­e mentre quello di carta rivestito di film non è riciclabil­e. Quale dei due è il più sostenibil­e? Il parmigiano che troviamo nei supermerca­ti è conservato in un film che pesa 7 grammi e che consente di conservarl­o per oltre due mesi. L’emissione di CO2 per la produzione di un chilo di parmigiano è 100 volte superiore di quella emessa per produrre il film che lo avvolge e lo conserva. Ora la grande sfida è fare imballaggi sempre più performant­i».

Serve che l’unione europea fissi le caratteris­tiche tecniche per valutare un imballaggi­o sostenibil­e

E l’ambiente?

«Bisogna riciclare di più. Chiediamo al governo di consentire di fare più impianti per la selezione e il riciclo degli imballaggi. Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia non ne hanno a sufficienz­a. Per far partire l’economia circolare è necessario completare l’iter di alcuni decreti come quello sul fine vita dei rifiuti: se non viene chiarito quando uno scarto diventa prodotto, rimane rifiuto e non torna in circolo. Serve una legislazio­ne più chiara anche per trasformar­e i rifiuti di plastica non riciclabil­i in prodotti per fare calore, da usare nei cementific­i o nei termovalor­izzatori».

 ??  ??
 ??  ?? Corepla
Antonello Ciotti è presidente del consorzio per il recupero e il riciclo della plastica
Corepla Antonello Ciotti è presidente del consorzio per il recupero e il riciclo della plastica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy