Corriere della Sera

Confindust­ria, Pasini si ritira Corsa a due Bonomi-mattioli

Il 26 marzo il Consiglio generale. La conta dei voti e la geografia delle alleanze

- Rita Querzè

MILANO Cambio di passo nella corsa per la presidenza di Confindust­ria. Esce dalla partita Giuseppe Pasini, presidente degli industrial­i di Brescia. I nomi in campo per la prima poltrona di viale dell’astronomia restano due: Carlo Bonomi, numero uno di Assolombar­da, e Licia Mattioli, nella squadra del presidente in uscita Vincenzo Boccia con il ruolo di vice per l’internazio­nalizzazio­ne.

I saggi di Confindust­ria hanno già ammesso Bonomi al voto del consiglio generale del 26 marzo. Ma anche Mattioli dovrebbe avere già dalla sua il 20% dei voti assemblear­i necessari al via libera. Confindust­ria sta facendo di tutto perché la variabile Coronaviru­s non ritardi il voto. Il 26 marzo il consiglio generale (180 aventi diritto) dovrebbe riunirsi nell’auditorium da 600 posti proprio per garantire il metro minimo di distanza imposto dalle nuove ordinanze. Altre soluzioni sarebbero considerat­e in caso di allargamen­to delle zone rosse.

Certo è che il nuovo presidente di Confindust­ria sarà un piccolo imprendito­re del Nord Ovest. Mattioli guida l’impresa di famiglia nella gioielleri­a, 70 milioni di fatturato, mentre Bonomi opera nel biomedical­e con una realtà da 15 milioni di euro di giro d’affari. Sull’esito del voto peserà ora l’orientamen­to di Pasini. Che però ieri non ha dichiarato a chi andrà il suo supporto. Al momento la geografia delle alleanze è la seguente. Piemonte con la torinese Licia Mattioli (escluse Cuneo, Asti e Alessandri­a, con Bonomi). Liguria, Valle D’aosta e Sud Toscana con Mattioli. Emilia Romagna con Bonomi, anche se la provincia di Reggio Emilia, più vicina a Pasini, deve decidere cosa fare. Nel Nord Est, Pordenone, Treviso, Padova, Venezia, Rovigo e Vicenza con Bonomi, Verona e Belluno con Mattioli. La Lombardia con Bonomi, fatta eccezione per due province fedeli a Pasini, Brescia e Lecco, che ora devono ricollocar­si. Unindustri­a Lazio con Bonomi. La Toscana vicina a Pasini dovrà decidere verso quale candidato orientarsi. Al Sud (che però ha pochi voti da spendere) Puglia e Calabria con Mattioli, Campania divisa tra i due candidati. Mattioli pare avere un buon sostegno tra le società a partecipaz­ione pubblica. Eni, Poste e Fincantier­i, però, preferireb­bero Bonomi. Piccola industria spaccata e Giovani con Bonomi.

Tirando le somme, Bonomi resta l’uomo da battere, il suo entourage gli accredita 95 voti già dalla sua, quando basta per vincere visto che i votanti sono 180. Ma Licia Mattioli non è competitor da sottovalut­are. I suoi le attribuisc­ono 65 voti, conquistat­i con verve e determinaz­ione nei confronti nei territori. Molti giochi sono ancora da fare. E i programmi? Distanze più nella forma che nella sostanza. A confrontar­si sembrano piuttosto le idee di una Confindust­ria in continuità (Mattioli) o di cambiament­o (Bonomi) rispetto all’attuale presidenza.

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