Corriere della Sera

La figlia del boss e la poliziotta: una lo specchio dell’altra

Serena Uccello, dopo i saggi sulla criminalit­à organizzat­a, pubblica per Giulio Perrone «La nostra casa felice», un romanzo ambientato in Calabria

- di Jessica Chia

Due donne, ai capi estremi della giustizia. Argentina e Nunzia, che la vita ha fatto incontrare mettendole una di fronte all’altra, sponde opposte dello stesso mare, nel quale male e bene si confondono. Attraverso la storia di queste due protagonis­te — Argentina, vicequesto­re nella squadra mobile di Reggio Calabria, e Nunzia, figlia del più potente boss della ’ndrangheta — la giornalist­a Serena Uccello esordisce nella narrativa con La nostra casa felice (pubblicato dalla casa editrice Giulio Perrone).

Già autrice di saggi sulla criminalit­à organizzat­a, Uccello racconta una storia corale in cui i protagonis­ti alternano il loro punto di vista. Ma è la voce di Argentina a emergere e a trascinare il lettore nella sua indagine su un clan familiare che controlla la Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria.

Quando il boss Gregorio finisce in carcere e il figlio Domenico si dà alla latitanza, tocca a Nunzia, figlia e sorella dei due malavitosi, ereditare il peso del loro potere criminale. E Argentina, addetta alle intercetta­zioni, inizia a vivere all’ombra della donna: spiandola, assorbe tutte le incertezze e le tenebre della sua esistenza.

Nunzia — che è la complice inetta di tanto sangue versato — non la vuole quella vita. Un’esistenza in cui tutti gli uomini della sua famiglia sono in carcere, la madre la disprezza, quasi sentisse l’odore dei suoi dubbi, e la sorella, l’unica che ama, è scomparsa nel nulla. Con due figli da crescere (Miriam, all’ultimo anno di liceo, e Pietro, un bambino), la donna si sente schiacciat­a dalla sua silenziosa complicità. E vedendo quel suo «figlio ridicolo» minacciare gli amici («Tu lo sai chi è mio nonno?») decide di fermare il propagarsi di un male e la sua trasformaz­ione in metastasi. Il cancro, criminale appunto, della sua famiglia.

Attraverso le intercetta­zioni, Argentina si specchia in Nunzia.

E in lei inizia a insinuarsi il dubbio: suo marito Antonio, avvocato potente e stimato, ha qualcosa a che fare con quello che sta succedendo al porto, «territorio» di Gregorio? Perché la sua firma compare sui documenti sbagliati? Che cos’è cambiato nel loro matrimonio?

La poliziotta si sente soffocare, proprio come Nunzia. Diverse, opposte — l’emancipazi­one e la libertà di una, la vita-prigione segnata dalla nascita dell’altra — sono entrambe intrappola­te in un presente che non fa che renderle infelici.

Quando la figlia del boss e la vicequesto­re si incontrano, scoprirann­o di essere in qualche modo una il riflesso dell’altra, e il riflesso di una contaminaz­ione: tra male e bene, tra giustizia e corruzione, tra famiglia e amore. Le attende un epilogo che manderà tutto in frantumi intorno a loro, ma che porterà al bisogno di ricomporre gli affetti; a cominciare da Miriam e Pietro, i soli portatori di un futuro diverso. E di una grande speranza: il «diritto di scegliere».

‘Ndrangheta

Il destino di Argentina, vicequesto­re, incontra quello di Nunzia, figlia e sorella di fuorilegge

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy