Corriere della Sera

Superati i 7.000 contagi, 366 morti L’italia è seconda soltanto alla Cina

I decessi ieri sono stati 133 (113 in Lombardia) Guarite 33 persone (622 in totale). L’aumento di casi dovuto a «una circolazio­ne locale che va contenuta»

- Mariolina Iossa

ROMA Pesante il bilancio dei decessi: ieri sono stati 133 (persone anziane e con patologie). Il totale passa da 233 a 366, con un aumento del 57 per cento in un solo giorno (venerdì erano 197). Siamo il secondo Paese al mondo con il numero più alto di morti dopo la Cina.

Ancora sostenuto anche il numero dei contagi nelle 24 ore. Sabato erano 5.061, ieri il capo del Dipartimen­to Angelo Borrelli ha riferito che se ne sono aggiunti 1.326. Siamo a 6.387. Guarite 33 persone che si aggiungono alle 589 totali di sabato(622). Il totale di malati e guariti è di 7375.

Il maggior numero di morti si è verificato in Lombardia, 113. Primo morto in Toscana, a Pisa. I numeri, dice il presidente dell’istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, spiegano perché in Lombardia e nelle altre provincie le misure restrittiv­e sono state intensific­ate con un decreto che, continua Brusaferro, «il governo ha adottato su proposta del comitato tecnico scientific­o». Di fatto è accaduto che mentre «nelle vecchie zone rosse il sistema di contenimen­to ha funzionato, in alcune zone della Lombardia e in altre provincie c’è stata una crescita di nuovi casi», dovuta a «una circolazio­ne sostenuta locale che è un elemento critico e va contenuto».

Si torna dunque alla raccomanda­zione più importante: evitare di uscire se non è strettamen­te necessario. E quando si sta fuori, prendere tutte le precauzion­i perché, prosegue Brusaferro «non c’è una parte di Italia che può considerar­si immune, ci sono regioni in cui il virus circola meno, se continuiam­o a comportarc­i come nulla fosse, il virus circolerà. Dipende dai nostri comportame­nti».

Impossibil­e anche al momento prevedere il picco di contagio. Il provvedime­nto è necessario per Lombardia e provincie incluse perché escano presto dalla situazione di emergenza sanitaria ma vivere fuori da queste zone non consente a nessuno di sentirsi al sicuro. Le raccomanda­zioni sui comportame­nti individual­i puntano a diluire l’intensità e nel tempo un eventuale diffusione in altre regioni. E serve perché tutti, conclude Brusaferro, «indifferen­temente da dove viviamo, si rendano conto di quanto sia importante l’adozione di questi strumenti».

Un’impennata di contagi (200 nelle ultime 24 ore«) ha fatto salire il bilancio anche in Francia, dove si è arrivati a 1.126 casi: i decessi sono stati 19. In Germania siamo a 1018.

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