Corriere della Sera

Urbano Cairo: servono misure drastiche alla cinese

- Di Paola Pica

«Oggi non serve a nulla essere ottimisti. Anzi, è necessario essere realisti e persino pessimisti di fronte a un evento di portata epocale come la diffusione di questo nuovo Coronaviru­s». Urbano Cairo, presidente di Rcs, il gruppo del «Corriere», e tra le altre attività del Torino Calcio, declina le domande sulle vicende del campionato:«della situazione del calcio non parlo — dice all’ansa — è importante per me ma lo è molto di più l’italia. E mi preme dire che l’emergenza sanitaria mi ha convinto che ci vogliono misure “cinesi”, molto più dure di quelle messe in campo fino a oggi». Una preoccupaz­ione che sale anche in consideraz­ione del fatto che, come ha riconosciu­to il capo dell’istituto superiore di sanità, Silvio Busaferro, non si sa quando sarà raggiunto il picco. «Se ci si limita a fare una proiezione del raddoppio ogni 4 giorni, in due settimane i malati saranno 50 mila, e 400 mila a fine mese: e allora per evitarlo dobbiamo tenere i cittadini barricati in casa per 2 o 3 settimane». Forse l’unico modo per evitare «il disastro sociale e poi economico». Sempre secondo questa proiezione, dice Cairo, «al 31 marzo i contagiati potrebbero essere 371 mila e, con un tasso di mortalità confermato al 5 per cento, i decessi potrebbero essere 18 mila... Ecco perché ci vuole la misura draconiana di imporre a tutti nelle zone rosse e in quelle colpite di stare a casa e non muoversi, c’è un tema di salute nazionale. Insomma marzo tutti in casa, per poi ripartire velocement­e». In Veneto, osserva infine, «mi pare abbiano trovato misure efficaci. Negli ultimi quattro giorni c’è stato un incremento molto più contenuto».

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Presidente Urbano Cairo, presidente e amministra­tore delegato di Rcs

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