Urbano Cairo: servono misure drastiche alla cinese
«Oggi non serve a nulla essere ottimisti. Anzi, è necessario essere realisti e persino pessimisti di fronte a un evento di portata epocale come la diffusione di questo nuovo Coronavirus». Urbano Cairo, presidente di Rcs, il gruppo del «Corriere», e tra le altre attività del Torino Calcio, declina le domande sulle vicende del campionato:«della situazione del calcio non parlo — dice all’ansa — è importante per me ma lo è molto di più l’italia. E mi preme dire che l’emergenza sanitaria mi ha convinto che ci vogliono misure “cinesi”, molto più dure di quelle messe in campo fino a oggi». Una preoccupazione che sale anche in considerazione del fatto che, come ha riconosciuto il capo dell’istituto superiore di sanità, Silvio Busaferro, non si sa quando sarà raggiunto il picco. «Se ci si limita a fare una proiezione del raddoppio ogni 4 giorni, in due settimane i malati saranno 50 mila, e 400 mila a fine mese: e allora per evitarlo dobbiamo tenere i cittadini barricati in casa per 2 o 3 settimane». Forse l’unico modo per evitare «il disastro sociale e poi economico». Sempre secondo questa proiezione, dice Cairo, «al 31 marzo i contagiati potrebbero essere 371 mila e, con un tasso di mortalità confermato al 5 per cento, i decessi potrebbero essere 18 mila... Ecco perché ci vuole la misura draconiana di imporre a tutti nelle zone rosse e in quelle colpite di stare a casa e non muoversi, c’è un tema di salute nazionale. Insomma marzo tutti in casa, per poi ripartire velocemente». In Veneto, osserva infine, «mi pare abbiano trovato misure efficaci. Negli ultimi quattro giorni c’è stato un incremento molto più contenuto».