«Le nostre aziende faranno la loro parte, ma servono i fondi e il sostegno europeo»
Covid-19: come valuta il decreto della presidenza del consiglio dei ministri?
«Si tratta di misure prese in base all’orientamento unanime della comunità scientifica. Mobilitiamoci tutti affinché i provvedimenti sortiscano al più presto i risultati sperati e l’italia possa uscire dall’emergenza». Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli è consapevole degli effetti sull’economia delle misure varate la scorsa notte da Giuseppe Conte. Ma di fronte al rischio di ospedali sovraffollati che non riescono a curare tutti, ogni distinguo scompare: «Credo che l’allarme per l’impatto del Coronavirus
● Carlo Sangalli, 82 anni, è dal 2006 presidente di Confcommercio, la maggiore organizzazione degli imprenditori del commercio: rappresenta circa 700 mila aziende
sulla salute degli italiani vada preso sul serio. Le nostre imprese faranno la loro parte. Tutti insieme dobbiamo fare uno sforzo straordinario per fermare l’epidemia».
Quando sarà finita faremo il punto e vedremo come rialzarci?
«Ecco, veramente il punto va fatto fin d’ora e aggiornato in corsa».
Cosa serve?
«Universalità degli ammortizzatori sociali. Un sistema di indennizzi commisurati alla perdita del fatturato. Supporto alla liquidità delle imprese, anche rafforzando strumenti di garanzia come il fondo centrale di accesso al credito. Interventi a sostegno del pagamento degli affitti commerciali. E poi investimenti in opere pubbliche e sostegno alla domanda. Bisognerà studiare, per esempio, incentivi alle vacanze in Italia degli italiani».
C’è un problema. Abbiamo un debito che è già il 135% del Pil. L’italia ha margini risicati per una politica fiscale espansiva.
«Per questo dobbiamo guardare all’europa. Non è questione di chiedere margini di flessibilità, qui siamo di fronte a un evento senza precedenti».
Il governo mobiliterà circa 8 miliardi.
«Bene, ma già la scorsa settimana secondo il nostro ufficio studi l’impatto sul Pil poteva raggiungere i 7 decimi di punto, circa 12 miliardi di euro. E non avevamo considerato queste nuove misure».
Il commissario Gentiloni si è dimostrato disponibile...
d
Il ricorso all’unione europea non si deve limitare a più margini di flessibilità La disponibilità delle merci sugli scaffali non è in discussione
«Apprezziamo le aperture di Gentiloni ma nel suo complesso la Ue non ha dato risposta adeguata».
Nella difficoltà Confcommercio porterà avanti da sola le proprie istanze?
«Settimana scorsa abbiamo prodotto una nota congiunta delle associazioni imprenditoriali e delle sigle sindacali per chiedere misure contro la recessione. Quanto sta avvenendo rafforza l’esigenza di procedere ponendo istanze il più possibile condivise».
Bar chiusi alle 18. Poi riaperti fino a tardi. Ora di
Lodi 46.849
Monza Brianza 272.556
Resto Lombardia 1.662.437
Resto d’italia 12.788.108
nuovo chiusi alle 18. L’italia ha capito in ritardo la gravità della situazione?
«Il dibattito facciamolo quando l’emergenza sarà finita. Ora stiamo tutti uniti dietro ai nostri medici e infermieri che combattono l’epidemia in prima linea».
Il manifatturiero teme che le merci non vengano consegnate per limitazioni alla logistica...
«Credo che le norme contenute nel decreto permettano al settore di continuare a lavorare. Certo, le difficoltà sono innegabili. Gli autotrasportatori stranieri per esempio non vogliono entrare nel nostro Paese».
Gli addetti alle vendite non possono lavorare da casa. Come tutelarli?
«Ciascuno sta valutando in base al livello di attività. Saranno usati riposi e ferie come suggerito dal decreto. Ma la disponibilità delle merci sugli scaffali dell’alimentare non è in discussione».
Cosa non risulta chiaro nel decreto?
«Dobbiamo capire alcuni principi interpretativi. Attendiamo una circolare del Viminale. Un contributo prezioso può arrivare dai prefetti».