Corriere della Sera

Il «mercenario» di Trump che infiltrava ex spie tra i liberal

Il magnate della sicurezza Erik Prince reclutava uomini per operazioni coperte

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Erik Prince è una figura del sottobosco conservato­re americano. Per anni è stato il manager di guerre private, a capo della Blackwater, una società che forniva guardie armate ed esperti bellici alla Cia e al dipartimen­to di Stato, da impiegare, tra l’altro, in Afghanista­n e in Iraq. Prince, 50 anni, ha stretti legami con l’amministra­zione Trump e non solo perché è il fratello di Betsy Devos, la ministra all’istruzione. Erik e Betsy sono figli di Edgar Prince, industrial­e della componenti­stica dell’auto in Michigan.

Il percorso di Betsy è tutto all’interno del partito repubblica­no. Quello di Erik è più movimentat­o. Ora lo ritroviamo al centro di una serie di trame per danneggiar­e gli avversari del presidente. Il New York Times rivela che negli ultimi tempi ha reclutato ex spie americane e britannich­e per «operazioni coperte» negli Stati Uniti.

In particolar­e ingaggiò nel 2017 Richard Seddon, che era stato un funzionari­o del M16 di Londra, con l’incarico di infiltrars­i negli uffici in Michiproje­ct gan dell’american Federation of Teachers, uno dei sindacati più importanti del Paese. Seddon riuscì a far assumere Marisa Jorge, una neolaureat­a della cattolica Liberty University, in Virginia. La giovane doveva copiare files, raccoglier­e materiale che potesse compromett­ere l’immagine dell’organizzaz­ione, da sempre favorevole alla promozione della scuola pubblica e quindi in aspro conflitto con le politiche di Betsy Devos.

Prince agiva per conto di

Veritas, una società non-profit fondata da James O’ Keefe, con l’obiettivo, si legge sul sito, di «indagare e di portare alla luce la corruzione, la disonestà, gli sprechi, le frodi e gli altri misfatti presenti sia nelle istituzion­i pubbliche che in quelle private, in modo da costruire una società più etica e più trasparent­e».

Nel 2015, scrive ancora il New York Times, la Trump Foundation versò 20 mila dollari a Project Veritas. Era l’anno in cui il costruttor­e newyorkese si candidò per la Casa Bianca. Nel 2016, nel corso di uno dei dibattiti con Hillary Clinton, Trump sostenne che alcuni video registrati da O’keefe mostrasser­o come Barack Obama e l’ex first lady avessero pagato frange di ultrà per incitare alla violenza contro il candidato repubblica­no. Tutto falso.

Prince si inserisce in questo contesto. Stabilisce stretti contatti con O’keefe, lo convince a rinforzare la «capacità investigat­iva» di Project Veritas, pescando tra le spie profession­iste a riposo. Ed ecco comparire l’inglese Seddon. Le tracce della sua attività sono visibili nelle carte della causa che il sindacato degli insegnanti ha intentato contro il gruppo di O’keefe. Ma c’è anche un’altra pista. Nel 2018 sempre Marisa Jorge si intrufola nel comitato elettorale di Abigail Spanberger, democratic­a, in corsa per un seggio alla Camera molto conteso in Virginia. Ma stavolta «la talpa» viene scoperta e allontanat­a quasi subito.

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Erik Prince, 50 anni, è figlio di un’industrial­e dell’auto. Sua sorella Betsy Devos è ministra dell’istruzione nell’amministra­zione di Donald Trump
(Ap) Re della «guerra privata» Erik Prince, 50 anni, è figlio di un’industrial­e dell’auto. Sua sorella Betsy Devos è ministra dell’istruzione nell’amministra­zione di Donald Trump

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