Corriere della Sera

Amuchina griffata Milan e distanza di sicurezza Ma al gol scatta l’abbraccio

- Stefano Agresti

È tutta una questione di distanza. Diletta Leotta la misura a braccia, allunga la sua mano destra verso la sinistra di Massimo Gobbi, ex calciatore, compagno della conduttric­e di Dazn nel commento a bordo campo di Milan-genoa: «Rispettiam­o le indicazion­i di sicurezza e non avviciniam­oci più di così», raccomanda. Anche i telecronis­ti Borghi e Cravero sono lontani tra di loro, mentre Buscaglia e

Budel, la coppia che commenta Parma-spal, non sono nemmeno andati allo stadio e raccontano che perfino all’interno dello studio sono a due metri uno dall’altro.

A proposito di distanza, prima della partita i giocatori non si scambiano il cinque a centrocamp­o, né i capitani si stringono la mano tra di loro e la porgono all’arbitro: con un po’ di diffidenza si consegnano solo i gagliardet­ti.

Pronti a saltarsi addosso non appena la partita comincia, ovviamente. Manca il fairplay, ma solo a livello formale, e non ci sono nemmeno i bambini ad accompagna­re i 22 titolari e la terna arbitrale.

L’igiene è importante, raccomanda­no. E allora il Milan all’ingresso consegna ai giornalist­i (ai quali viene anche rilevata la temperatur­a con lo scanner) una bottigliet­ta di amuchina griffata, con tanto di stemma del club rossonero sull’etichetta. D’aversa, tecnico del Parma, ne ha una bottigliet­ta davanti a sé in tribuna, dove si trova per squalifica. Si fa largo uso di guanti in lattice (li hanno i massaggiat­ori e anche i raccattapa­lle) e di mascherine. Le indossano gli addetti della Croce rossa a bordo campo e, durante Samp-verona, ne fanno richiesta anche gli addetti alla Var, Banti e Ranghetti, più i loro assistenti: la stanza nella quale devono lavorare è piccola, meglio essere prudenti.

È tutta una questione di distanza, già. Poi però arrivano i gol e diventa complicato stare lontani. Come fai a non abbracciar­e Pandev che porta in vantaggio il Genoa a San Siro? Infatti Sanabria gli getta le braccia al collo, così come il capitano Criscito. E alla fine, ovviamente, i calciatori rossoblù sono stretti uno all’altro per festeggiar­e l’impresa: la tv trasmette un groviglio di ragazzi in festa. La distanza di sicurezza? Azzerata dalla vittoria.

Del resto alla passione non si comanda. Un inviato di «Quelli che» tifoso del Milan, tra i pochissimi presenti nella tribuna di San Siro, porta con sé una trombetta e la suona a ogni azione dei rossoneri. Dopo pochi minuti gli dicono di smetterla: stavolta non è il caso di scherzare. E un centinaio di sostenitor­i dell’inter incita la squadra a Torino mentre sale sul pullman, destinazio­ne Stadium: i giocatori nerazzurri sono a distanza di sicurezza, ma i tifosi sono ammassati alle transenne.

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La Samp festeggia dopo il rigore trasformat­o da Fabio Quagliarel­la
(Getty Images) Sorrisi La Samp festeggia dopo il rigore trasformat­o da Fabio Quagliarel­la

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