Amuchina griffata Milan e distanza di sicurezza Ma al gol scatta l’abbraccio
È tutta una questione di distanza. Diletta Leotta la misura a braccia, allunga la sua mano destra verso la sinistra di Massimo Gobbi, ex calciatore, compagno della conduttrice di Dazn nel commento a bordo campo di Milan-genoa: «Rispettiamo le indicazioni di sicurezza e non avviciniamoci più di così», raccomanda. Anche i telecronisti Borghi e Cravero sono lontani tra di loro, mentre Buscaglia e
Budel, la coppia che commenta Parma-spal, non sono nemmeno andati allo stadio e raccontano che perfino all’interno dello studio sono a due metri uno dall’altro.
A proposito di distanza, prima della partita i giocatori non si scambiano il cinque a centrocampo, né i capitani si stringono la mano tra di loro e la porgono all’arbitro: con un po’ di diffidenza si consegnano solo i gagliardetti.
Pronti a saltarsi addosso non appena la partita comincia, ovviamente. Manca il fairplay, ma solo a livello formale, e non ci sono nemmeno i bambini ad accompagnare i 22 titolari e la terna arbitrale.
L’igiene è importante, raccomandano. E allora il Milan all’ingresso consegna ai giornalisti (ai quali viene anche rilevata la temperatura con lo scanner) una bottiglietta di amuchina griffata, con tanto di stemma del club rossonero sull’etichetta. D’aversa, tecnico del Parma, ne ha una bottiglietta davanti a sé in tribuna, dove si trova per squalifica. Si fa largo uso di guanti in lattice (li hanno i massaggiatori e anche i raccattapalle) e di mascherine. Le indossano gli addetti della Croce rossa a bordo campo e, durante Samp-verona, ne fanno richiesta anche gli addetti alla Var, Banti e Ranghetti, più i loro assistenti: la stanza nella quale devono lavorare è piccola, meglio essere prudenti.
È tutta una questione di distanza, già. Poi però arrivano i gol e diventa complicato stare lontani. Come fai a non abbracciare Pandev che porta in vantaggio il Genoa a San Siro? Infatti Sanabria gli getta le braccia al collo, così come il capitano Criscito. E alla fine, ovviamente, i calciatori rossoblù sono stretti uno all’altro per festeggiare l’impresa: la tv trasmette un groviglio di ragazzi in festa. La distanza di sicurezza? Azzerata dalla vittoria.
Del resto alla passione non si comanda. Un inviato di «Quelli che» tifoso del Milan, tra i pochissimi presenti nella tribuna di San Siro, porta con sé una trombetta e la suona a ogni azione dei rossoneri. Dopo pochi minuti gli dicono di smetterla: stavolta non è il caso di scherzare. E un centinaio di sostenitori dell’inter incita la squadra a Torino mentre sale sul pullman, destinazione Stadium: i giocatori nerazzurri sono a distanza di sicurezza, ma i tifosi sono ammassati alle transenne.