Il matematico dell’epidemia: forse non conosceremo mai il numero degli asintomatici
Merler: Covid-19 molto più trasmissibile dell’influenza
MILANO Le analisi matematiche sulla progressione del coronavirus sono state utilizzate nell’istituzione delle zone rosse e arancioni. Stefano Merler, epidemiologo matematico della Fondazione Bruno Kessler di Trento con alle spalle studi sulle epidemie di Ebola e Zika, ha partecipato alla compilazione di alcune di queste.
Come si esegue uno studio su un’epidemia in atto?
«Sono molti gli aspetti da considerare: la riproduzione del virus, i contagi che genera, che in Cina sono risultati 2.5 per contagiato, il periodo di incubazione, il tempo che intercorre tra un’infezione e un’altra. Da considerare poi le differenze dei sistemi sanitari e dell’età media di ogni Paese. Per il coronavirus ci sono alcuni aspetti che non conosciamo e che forse non sapremo mai, come il numero degli asintomatici».
I modelli matematici quanto sono in grado di prevedere l’andamento delle infezioni?
«I modelli che la comunità scientifica ha presentato agli amministratori pubblici sono stati più di uno. Non credo che le decisioni si siano basate solo su questi studi, sono stati considerati molti fattori: sociali, economici e altri. Chi propone un modello deve dire quali approssimazioni di modellistica ha impiegato per giungere a determinati risultati, proprio per il motivo che ho spiegato prima: non sappiamo tutti i dati, per esempio non sappiamo perché a differenza della Spagnola colpisce di meno i giovani. In base a queste “semplificazioni” si ottengono delle previsioni probabilistiche, ma è bene dire quali sono i limiti per evitare interpretazioni, e soprattutto decisioni, non appropriate».
Quali sono le «finestre temporali» di attendibilità?
«Si tratta di un lavoro in divenire che deve essere aggiornato costantemente rispetto all’andamento dell’epidemia. Entro le tre settimane abbiamo previsioni abbastanza attendibili, per periodi più lunghi si possono fare solo degli scenari con molte variabili».
Le previsioni entro le tre settimane sono molto attendibili Oltre possiamo solo fare scenari con tante variabili
Per quanto riguarda l’andamento del Covid-19 in Italia, i dati confermano le vostre previsioni?
«No comment, ho obblighi di riservatezza. È anche troppo presto per fare stime accurate sulla letalità della malattia, sono calcoli che hanno bisogno di tempi più lunghi anche perché dovrebbero includere gli asintomatici».
Quali sono le differenze dell’epidemia di coronavirus rispetto alla normale influenza?
«L’influenza è molto meno trasmissibile del Covid-19 e abbiamo i vaccini per combatterla. Questo coronavirus è una malattia grave, molto contagiosa e si trasmette per via aerea. L’unica nostra arma per ora è il contenimento: restiamo a casa e limitiamo la diffusione del contagio».
Cosa ci ha già insegnato questa epidemia?
«Gli studi hanno dimostrato che quando è iniziata la quarantena a Wuhan c’erano già 60-200 mila infezioni: evitare la diffusione con questi numeri era impossibile. Ciò che manca in casi come questo è un coordinamento internazionale vero. Nei primi 20 anni di questo secolo è la sesta pandemia che affrontiamo: senza piani e strategie saremo sempre a rischio».