Guida all’autocertificazione, va mostrata ai controlli
II decreto del governo stabilisce che all’interno delle zone «di sicurezza» va evitato «ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita», «nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità» o «per motivi di salute». Insomma: posto che è meglio che tutti stiano a casa, per entrare e uscire dalla «zona di sicurezza», e per muoversi al suo interno, occorre avere un’autocertificazione. Bisognerà dimostrare che ci si sposta per motivi di lavoro o per gravi esigenze sanitarie o familiari. Per questo il ministero dell’interno ha predisposto un modulo — si può scaricare in Rete dal sito del Viminale e anche da quello del Corriere della Sera — che va compilato ed esibito al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé. Chi deve fare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa.
La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. Ad esempio chi deve spostarsi tra i Comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta al cittadino dimostrare di aver detto la verità. Se i riscontri saranno negativi scatterà la denuncia per inosservanza di un provvedimento dell’autorità che prevede l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica. La ministra dell’interno Luciana Lamorgese ha raccomandato nella circolare ai prefetti che le forze dell’ordine informino i cittadini sui rischi per chi mente.