Si insediano in due: il presidente Ghani e anche il rivale
Idue pretendenti alla presidenza afghana, Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani dopo essersi entrambi dichiarati vincitori delle ultime elezioni, hanno preso parte a due cerimonie parallele e separate di insediamento. Uno scenario di profonda crisi politica in un Paese già pesantemente piegato dalla guerra e che è chiamato a negoziati cruciali con i talebani, i quali invece si mostrano uniti e decisi. Le elezioni presidenziali si sono svolte lo scorso settembre ma solo a febbraio, dopo ritardi e ricorrenti accuse di brogli, il presidente uscente, Ghani, ha dichiarato di essere stato confermato per il secondo mandato, innescando la furiosa reazione del principale oppositore ed ex capo dell’esecutivo, Abdullah, che ha promesso di formare un governo parallelo. I negoziati dell’ultimo minuto si sono protratti fino a tarda notte di domenica, nel tentativo di arrivare a un accordo come avvenuto nella precedente tornata elettorale. Washington aveva già avvertito che la crisi politica rappresenta un rischio per l’accordo di ritiro degli Stati Uniti, che è iniziato ieri — come hanno confermato ieri fonti militari americane — e che impone ai talebani di tenere colloqui con Kabul. L’allargamento delle divisioni tra i politici afghani lascerebbe agli insorti il sopravvento in quei negoziati.