Marta batte tutti gli uomini E vince solo il titolo femminile
Spagna, 19enne campionessa di scacchi premiata come «miglior donna del torneo»
Ha battuto, uno dopo l’altro, cinque avversari e pareggiato con il sesto. Tutti maschi. Ma l’hanno premiata come prima classificata nella categoria femminile e senza darle il posto d’onore al momento di raccogliere il trofeo. Scacco matto al buon senso. E anche alla giustizia sportiva. La diciannovenne valenciana Marta García Martín, Gran maestra (è il suo titolo) del Club
Ajedrez Mislata, era l’unica donna in competizione, il 4 marzo scorso, al Campionato universitario di scacchi della Comunità di Valencia, celebrato ad Alicante, in Spagna. Ha vinto con il punteggio più alto: 5,5 su 6, dopo aver eliminato tutti gli altri concorrenti. Ma è stata la penultima, anziché l’ultima a ricevere gli applausi finali, quelli che spettano al numero 1.
Non è un campionato di lotta libera e neppure di tennis o di nuoto o di sci. È una sfida tutta cerebrale a tavolino, tra strateghi della scacchiera; e infatti era una competizione mista. Muscoli e resistenza fisica c’entrano poco nell’avanzata di torri, cavalli e alfieri verso il re avversario. Marta, otto volte campionessa (o, meglio, campione?) di Spagna in varie categorie d’età e tre volte vice-campionessa d’europa under 16, è dal giugno scorso la numero 3 nel ranking femminile della nazione, che fa parte della Federazione internazionale Fidechess. Femminile, sì. Tuttavia la scorsa settimana la chica ha gareggiato con i chicos; e li ha stesi. «Però, alla consegna dei premi — racconta sua mamma via Twitter — c’è stata una doppia classifica: il primo classificato maschile e la prima femminile. Non c’è stato un vincitore del torneo. Nel campionato Marta ha disputato tutte le partite con rivali maschi, rimanendo imbattuta».
Ovvio, se avesse vinto un uomo gli sarebbe stato assegnato il titolo di campione maschile, ma «insisto che è un’assurdità organizzare un torneo senza un vincitore ufficiale» continua la madre di Marta. Anche perché i giocatori sono in maggioranza uomini «e la probabilità che il vincitore assoluto sia una donna è molto bassa».
Così, a dispetto della realtà, nella sfilata dei premiati, a Marta è toccato il penultimo posto, quello della miglior giocatrice, e a uno dei ragazzi che aveva sconfitto, il posto finale di miglior giocatore. Tanto prevede il regolamento, considerando evidentemente assai remota l’eventualità che una donna sbaragli un intero schieramento maschile.
Marta ha incassato la delusione con un sorriso, assicura il quotidiano El Pais, raccontando la doppia sorpresa della diciannovenne che miete successi nelle gare di scacchi ormai da anni: non soltanto non è salita per ultima sul palco a ricevere il premio della categoria femminile, «ma non è stato neppure menzionato il fatto che avevo vinto io il torneo».
Il responsabile tecnico dell’università di Alicante, José Antonio Rodríguez, ha negato che si sia trattato di un errore di protocollo: «Queste sono le regole da 20 anni e nessuno si era mai lamentato». Per il suo alone un po’ bellico, il gioco degli scacchi è considerato una disciplina maschile e infatti poche ragazze tengono duro, come Marta, nell’ambiente agonistico. Trascurando che non c’è soltanto un re, ma anche una regina a decidere le sorti del confronto, casella dopo casella, sul medesimo campo di battaglia.
La premiazione Non è stata chiamata sul palco per ultima, come capita a chi si è aggiudicato il titolo
La giustificazione
Il responsabile del concorso: «Queste sono le regole, nessuno si è mai lamentato»