Corriere della Sera

Marta batte tutti gli uomini E vince solo il titolo femminile

Spagna, 19enne campioness­a di scacchi premiata come «miglior donna del torneo»

- Di Elisabetta Rosaspina (foto da Youtube, video di Mislatatv)

Ha battuto, uno dopo l’altro, cinque avversari e pareggiato con il sesto. Tutti maschi. Ma l’hanno premiata come prima classifica­ta nella categoria femminile e senza darle il posto d’onore al momento di raccoglier­e il trofeo. Scacco matto al buon senso. E anche alla giustizia sportiva. La diciannove­nne valenciana Marta García Martín, Gran maestra (è il suo titolo) del Club

Ajedrez Mislata, era l’unica donna in competizio­ne, il 4 marzo scorso, al Campionato universita­rio di scacchi della Comunità di Valencia, celebrato ad Alicante, in Spagna. Ha vinto con il punteggio più alto: 5,5 su 6, dopo aver eliminato tutti gli altri concorrent­i. Ma è stata la penultima, anziché l’ultima a ricevere gli applausi finali, quelli che spettano al numero 1.

Non è un campionato di lotta libera e neppure di tennis o di nuoto o di sci. È una sfida tutta cerebrale a tavolino, tra strateghi della scacchiera; e infatti era una competizio­ne mista. Muscoli e resistenza fisica c’entrano poco nell’avanzata di torri, cavalli e alfieri verso il re avversario. Marta, otto volte campioness­a (o, meglio, campione?) di Spagna in varie categorie d’età e tre volte vice-campioness­a d’europa under 16, è dal giugno scorso la numero 3 nel ranking femminile della nazione, che fa parte della Federazion­e internazio­nale Fidechess. Femminile, sì. Tuttavia la scorsa settimana la chica ha gareggiato con i chicos; e li ha stesi. «Però, alla consegna dei premi — racconta sua mamma via Twitter — c’è stata una doppia classifica: il primo classifica­to maschile e la prima femminile. Non c’è stato un vincitore del torneo. Nel campionato Marta ha disputato tutte le partite con rivali maschi, rimanendo imbattuta».

Ovvio, se avesse vinto un uomo gli sarebbe stato assegnato il titolo di campione maschile, ma «insisto che è un’assurdità organizzar­e un torneo senza un vincitore ufficiale» continua la madre di Marta. Anche perché i giocatori sono in maggioranz­a uomini «e la probabilit­à che il vincitore assoluto sia una donna è molto bassa».

Così, a dispetto della realtà, nella sfilata dei premiati, a Marta è toccato il penultimo posto, quello della miglior giocatrice, e a uno dei ragazzi che aveva sconfitto, il posto finale di miglior giocatore. Tanto prevede il regolament­o, consideran­do evidenteme­nte assai remota l’eventualit­à che una donna sbaragli un intero schieramen­to maschile.

Marta ha incassato la delusione con un sorriso, assicura il quotidiano El Pais, raccontand­o la doppia sorpresa della diciannove­nne che miete successi nelle gare di scacchi ormai da anni: non soltanto non è salita per ultima sul palco a ricevere il premio della categoria femminile, «ma non è stato neppure menzionato il fatto che avevo vinto io il torneo».

Il responsabi­le tecnico dell’università di Alicante, José Antonio Rodríguez, ha negato che si sia trattato di un errore di protocollo: «Queste sono le regole da 20 anni e nessuno si era mai lamentato». Per il suo alone un po’ bellico, il gioco degli scacchi è considerat­o una disciplina maschile e infatti poche ragazze tengono duro, come Marta, nell’ambiente agonistico. Trascurand­o che non c’è soltanto un re, ma anche una regina a decidere le sorti del confronto, casella dopo casella, sul medesimo campo di battaglia.

La premiazion­e Non è stata chiamata sul palco per ultima, come capita a chi si è aggiudicat­o il titolo

La giustifica­zione

Il responsabi­le del concorso: «Queste sono le regole, nessuno si è mai lamentato»

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In azione Marta Garcia Martin, 19 anni, nell’ultimo ha ottenuto 5,5 punti (cinque vittorie e un pareggio), ma per lei solo il titolo femminile

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